Ferme le zone a minore contagi. Il paradosso del lockdown: al sud contrazione di mobilità più forte

ITALIA.  Un interessante articolo a firma di Leonard Berberi è stato pubblicato ieri sul Corriere della Sera. Si prende spunto dallo studio “Conseguenze economiche e sociali del lockdown da covid 19”, pubblicato sulla rivista Proceedings of the national academy of sciences (Pnas) dal gruppo di ricercatori del Politecnico di Milano, coordinato dal professor Fabio Pammolli, con la collaborazione del team di Walter Quattrociocchi (Università di Venezia) e Antonio Scala (Cnr) e con il supporto di economia degli enti locali dell’Università di Bari.

Lo studio effettuato ha preso in esame i dati anonimizzati degli spostamenti di oltre tre milioni di italiani tracciati da Facebook nel periodo a cavallo del blocco degli spostamenti degli italiani dal 9 marzo. Dati che sono stati, poi, raffrontati con il database dell’Istat sullo stesso tema.

Dallo studio condotto emerge che “il Sud è la zona che in termini relativi ha avuto la contrazione di mobilità più forte durante il lockdown”.

In termini numerici, vi è stata una riduzione di spostamento delle persone del 70%. “In Lombardia e Veneto la diminuzione è stata tra il 5% e il 15%, più bassa della media nazionale”, dice Pammolli al Corriere della Sera.

Nelle altre aree, specie nel centrosud, zone “pressoché indenni dal virus, la contrazione è stata più alta, tra il 16 e il 20%”.

Lo studio ha poi evidenziato che le località più colpite dal lockdown sono pure quelle in cui i redditi sono i più bassi (meno di 18.175 euro) e la disuguaglianza è più alta.

Dallo studio emerge che tra i Comuni che hanno subito la intensa contrazione della mobilità sono stati quelli che “prima del lockdown avevano, anche grazie al peso dei flussi turistici e delle tasse di soggiorno, una capacità fiscale relativamente elevata, cioè quelle lungo le coste e le aree montane interne”. Circa 1.500 Comuni in cui risiedono 9 milioni di persone.

Pammoli ammette che “c’è il rischio di un effetto segregazione territoriale non soltanto tra Nord e Sud Italia, ma anche tra Este e Ovest del settentrione” e c’è anche “il timore di assistere a un problema di liquidità per le fasce di reddito più deboli”.