Residence Torre Macauda, l’inferno dei proprietari continua: senza acqua da mesi, problemi gestionali e ospiti “rissosi”

SCIACCA. Avevano già pubblicato la incredibile vicenda che riguarda il vasto condominio del residence Torre Macauda. L’articolo risale al 26 aprile 2019  (https://www.corrieredisciacca.it/residence-torre-macauda-da-due-anni-311-famiglie-senza-acqua/). Da allora nulla è cambiato, se non per un brevissimo lasso di tempo. Ora è tutto come prima e le 311 famiglie (circa 1000 persone) continuano a vivere un incubo che sembra non aver fine. Sono stati per due anni senza acqua. Oggi, lo sono ancora. Succede anche che la notizia rimane imbavagliata per tutto questo periodo. Grazie anche a due famiglie, una siciliana, l’altra toscana, che decenni fa hanno acquistato le villette.

Il residence Torre Macauda è nella vasta area del complesso turistico Torre Macauda, dove insiste anche l’albergo, chiuso da anni per il fallimento della società. Albergo acquistato all’asta giudiziaria dalla Libertà Immobiliare ma che ancora, dopo tre anni, non ha iniziato i lavori per la riqualificazione e l’apertura della struttura ricettiva. La grande struttura dell’acquasplash , all’interno del residence, fu acquistata, invece, dalla società CRM Broker di Roma.

Da tre anni, le 311 famiglie proprietarie delle villette del residence, non vedono scorrere acqua dai propri rubinetti. I pozzi idrici sono stati di proprietà della Sicilia Torre Macauda soc Coop. poi dichiarata fallita.  Attraverso una convenzione, l’acqua veniva erogata anche alle villette dell’adiacente residence. Il 2017 è stato l’annus horribilis. Viene stoppata l’erogazione dell’acqua che attraverso le condutture arriva fino alle villette. Salta pure la stagione di villeggiatura per i proprietari, salta anche la stagione 2018. Piove sul bagnato e nel 2017 avviene una frana che interessa la falesia, assai debole, della costa. Viene compromesso il depuratore e parte della conduttura. In buona sostanza, non poteva più effettuarsi lo scarico.

L’amministratore di quel periodo riesce a trovare un punto di incontro con la società acquirente dell’albergo, Libertà Immobiliare, che interviene a mettere in sicurezza e a manutenere il depuratore. Ma, a questo punto, interviene il Genio Civile che, nel corso degli anni, aveva autorizzato l’uso dell’acqua ma che, pone un veto. Con la normativa 2018 si applica un vincolo particolare per cui l’acqua poteva essere erogata solo per usi irrigui. Genio Civile che ha stoppato l’approvvigionamento idrico, bloccando anche le attività della stagione, in particolare quella del residence.

C’è anche una questione gestionale, di approvazioni di bilanci, vicende che già hanno intrapreso il percorso giudiziario. Nell’ottobre del 2018 viene nominato amministratore della Comunione (Questo il termine che definisce il “condominio” del residence) Antonino Tomaselli, di Palermo.

Le società che gestivano il residence prima dell’arrivo della Libertà Immobiliare, la SGHR e Salento Travel avevano maturato un debito di 150.000 euro nei confronti di Girgenti Acque, la quale bloccò la fornitura idrica. Queste due società hanno gestito negli anni 2012-2013-2014 la parte del residence.

L’amministratore del residence dice che sta “lavorando con Libertà Immobiliare per trovare un’intesa al fine di ripristinare la funzionalità del residence”. Fu dato incarico alla ditta DLB TEK di Menfi per effettuare, a norma di legge, i lavori al depuratore e alla conduttura, ritenuti essenziali per il rilascio del rinnovo dell’autorizzazione allo scarico. Senza tale passaggio, la Girgenti Acque non può ripristinare la fornitura idrica. Nel frattempo, tra Siciliacque e Libertà Immobiliare fu trovato un’intesa che riguarda il contenzioso di 150.000 euro di fornitura idrica non pagata.

Scatta un altro fronte di guerra, la costituzione di un consorzio costituito da Libertà Immobiliare e Crm Broker. Poi, i proprietari delle villette dovranno aderire singolarmente. Saranno installati i nuovi contatori idrici in ogni villetta. Il consorzio avrà il compito di gestire il servizio idrico nella sua interezza, depuratore compreso. Questa formula del Consorzio non èdigerita da tutti.

Per inciso, le 311 famiglie non hanno avuto la lungimiranza di sborsare una modesta quota e comprare l’acquasplash. Adesso si trovano attori di un “condominio” nella cui area insiste una grande piscina con l’acquasplash, nei confronti della quale sono estranei.

Intanto rimane il dubbio. Per questi anni di mancata erogazione del bene vitale, l’acqua, non portano sulle spalle responsabilità significative, considerato che si sono private ben 311 famiglie dell’uso di un bene garantito?

Per lo scorso 13 giugno era stata convocata un’assemblea ordinaria del condominio. E qui emerge la lamentela: considerati i punti delicati da trattare, molti condomini sostengono che l’assemblea doveva assumere il profilo della “straordinarietà”, altrimenti ogni decisione sarebbe stata considerata illegittima.

Sostengono anche che prima di approdare in assemblea generale, sia necessario una riunione delle assemblee dei lotti. La domanda che diversi condomini pongono è: “come fa un rappresentante di lotto a esprimere la volontà del medesimo se non ha neanche informato i rispettivi condomini e non ne ha raccolto le opinioni?”

C’è un punto che fa drizzare i capelli a diversi condomini, quello che riguarda “determinazione in ordine alla regolamentazione-fruizione degli spazi comuni, servitù e beni oggetto della Comunione”. Parrebbe che taluni, nel tempo, “abbiano inglobato spazi condominiali nel loro perimetro abitativo”.

Ecco perché è richiesta un’assemblea straordinaria in cui possa partecipare l’intero condominio, “affinché lo stesso possa spiegare a tutti e nel dettaglio, magari in una relazione,  anche le ragioni giuridiche e di opportunità a supporto delle decisioni che intende perorare in merito alla gestione dell’impianto di depurazione e del ciclo dell’acqua. Infatti ad oggi non sono ancora stati prodotti i documenti della procedura fallimentare che chiarirebbero i reciproci rapporti tra Comunione e Condomino Libertà immobiliare”.

Ma c’è anche chi dice che “la situazione è gravissima. I nostri appartamenti sono senza sistema fognario e senza acqua potabile. Le case sono inagibili. Il villaggio è ridotto in condizioni disastrose, non possiamo neanche accedervi. Perché tante lungaggini? Perché tanti tentennamenti? Ci possiamo rendere conto che c’è qualcosa che non va?”. Domande legittime alle quali è obbligatorio dare ampie e documentate risposte.

La Libertà Immobiliare Srl ha negli anni scorsi finanziato tutti i lavori e le spese per la messa in funzione e per il consumo elettrico del depuratore allo scopo di consentire ai condomini di poter utilizzare i loro residence. A quanto pare “nulla ancora è stato rimborsato” e la Libertà Immobiliare “non è più disposta ad anticipare nessuna altra spesa né per interventi nè per il consumo elettrico del depuratore”.

I condomini sono in un ginepraio e ne vorrebbero uscire. Ci sarebbe un paradosso. I condomini pagano doppia Iva sull’acqua. Già perchè la Girgenti Acque fatturerebbe alla Libertà Immobiliare e poi quest’ultima ai condomini con tanto di fattura e Iva.

A questi gineprai si aggiungono anche la presenza di ospiti rissosi. Alcuni condomini riferiscono di liti anche piuttosto consistenti. In buona sostanza, i condomini si trovano ad aver proprietà in un residence che presenta innumerevoli problemi, da quelli gestionali all’erogazione dell’acqua, dagli spazi pubblici ai problemi di sicurezza.

E tutto continua nel ginepraio, senza che una soluzione si trovi.

Filippo Cardinale