Commissario e direttore litigano, l’ospedale soffre
Scontro aperto tra il commissario per l’emergenza coronavirus negli ospedali di Sciacca e Ribera, Alberto Firenze, ed il direttore sanitario della stessa struttura, Gaetano Migliazzo.
Le considerazioni contenute in una nota di Firenze da noi pubblicata questa mattina, con la quale si disponeva una riunione urgente per domani mattina per verificare le risultanze di un sopralluogo dal quale sono emerse criticità nei percorsi di sicurezza attivati al Giovanni Paolo II, sono oggetto di un intervento di Migliazzo trasmesso ai vertici dell’Asp, nel quale le affermazioni del commissario sono giudicate “pretestuose”.
Migliazzo non parteciperà alla riunione convocata da Firenze e con una serie di argomentazioni afferma che “il ripristino delle attività sanitarie ordinarie previste per la fase 2 dell’emergenza coronavirus” sono di sua competenza e se ne assume la piena responsabilità.
Il direttore sanitario ritiene che le considerazioni esposte dal commissario siano di carattere critico nei suoi confronti e per questo ha stilato la nota, richiamando il ruolo dello stesso Firenze nel decreto assessoriale con cui è stato nominato commissario ad acta.
“La mia funzione di direttore medico di presidio – scrive Migliazzo – non è minimamente intaccata dalla funzione commissariale assegnata a Firenze, posta in affiancamento al mio ruolo”.
“Le criticità evidenziate – aggiunge il direttore sanitario riferendosi alla nota di Firenze riguardante il mancato rispetti dei percorsi di sicurezza (ndr) – sono generiche e non confutate da elementi di certezza”.
Ed ancora: “Ad oggi il ripristino delle attività assistenziali ordinaria fase 2 non è stata ancora avviata essendo stati posti in essere solo atti finalizzati all’avvio delle attività ordinarie (conseguentemente le presunte anomalie segnalate in atto non esistono”.
“L’unico atto concreto da me adottato – scrive ancora Migliazzo – è stato il trasferimento dell’unità operativa di chirurgia nei locali storicamente occupati dalla stessa, che il commissario nel periodo dell’emergenza Covid ha destinato a degenza ordinaria Covid per eventuali pazienti con contagio”. Per Migliazzo il trasferimento non ha comunque inficiato la separazione netta dei percorsi tra area Covid e area No Covid.
“L’area grigia Covid individuata da Firenze – dice ancora Migliazzo – che continua a privare l’ospedale di un reparto importante come la medicina, è separata dalla chirurgia generale da una porta chiusa a chiave. Quindi nessuna commistione è possibile”.
L’appunto riguardante il servizio di ristorazione (Firenze ha scritto che non c’era distinzione tra area grigia Covid e chirurgia generale), per il direttore sanitario “appare anacronistico in quanto “la distribuzione del vitto segue percorsi ben definiti”.
E in merito alla segnaletica che per il commissario sarebbe stata smantellata, Migliazzo sostiene che non avrebbe assunto nessuna iniziativa.
Scontro frontale, dunque, con sullo sfondo un ospedale che ha vissuto un periodo nero e che adesso deve tentare di ripartire con le attività ordinarie. Ricordiamo che il Giovanni Paolo II va avanti con numerosi incarichi di primari facente funzione, che deve definire i dettagli dei servizi di intramoenia, la vicenda degli incarichi professionali, gli ambulatori, lo stroke unit, l’area calda, l’astanteria, e il personale ausiliario che risulta sempre inadeguato alle esigenze.