Stradina uscita San Marco, i proprietari: “Abbiamo sempre chiesto al Comune di intervenire per renderle sicure”

Riceviamo e volentieri pubblichiamo una nota di Mario Turturici, uno dei proprietari delle abitazioni che insistono sulla stradella d’uscita da San Marco. Apprezziamo non solo i toni altamente cortesi del nostro lettore, ma anche per il positivo contributo sulla vicenda che meglio chiarisce la vicissitudine. Il compito del giornale è anche questo, agevolare un forum utile ad approfondire le vicende che, come in questo caso, hanno interesse collettivo. F.C.

Gentilissimo Direttore, voglio complimentarmi con Lei ed i suoi collaboratori per la puntuale e dettagliata informazione del Vostro giornale on line, che seguo quotidianamente. Per questo motivo ho ritenuto opportuno scriverle per correggere, se possibile, una informazione erroneamente riportata su un articolo di ieri, intitolato “Strada di uscita da San Marco, il Comune adotti definitivamente gli strumenti di cui dispone”.

Mi chiamo Mario Turturici e sono proprietario di una delle villette prospicienti la strada di San Marco denominata via Penelope. Ho appreso dal suo giornale che ad oggi a causa di una opposizione da parte di uno o più privati proprietari delle case prospicienti quella strada  il Comune di Sciacca non ha potuto realizzare i lavori di sistemazione della strada stessa per rimuovere le condizioni di pericolo. Tengo a precisare che non è assolutamente così e che, in ogni caso, nessuno dei proprietari delle case prospicienti la via Penelope potrebbe opporsi ai lavori in quanto non ne avrebbe titolo, non essendone proprietario.

Al contrario, devo specificare che il sottoscritto e gli altri abitanti della via Penelope e della via dei Siculi, da alcuni anni e in diverse occasioni hanno richiesto formalmente al Comune di Sciacca di intervenire ed effettuare i lavori di sistemazione necessari per evitare gravi rischi per l’incolumità pubblica e privata in quella strada.

Il problema è la conseguenza del copioso e costante scorrimento di acqua su un terreno privato incolto e abbandonato, sito tra la via Penelope e la via dei Siculi, diventato da anni una palude. Da questo terreno l’acqua si riversa sulla strada asfaltata (via dei Siculi), divenuta pericolosamente viscida e scivolosa e poi si immette sulla via Penelope, in terra battuta, causando la formazione di grandi e profonde buche piene d’acqua, che costituiscono un grave pericolo per i numerosi automobilisti e giovani motociclisti che la percorrono numerosi soprattutto in estate, nonché disagi e ingenti danni economici al sottoscritto e agli altri abitanti della zona, a causa delle infiltrazioni di acqua nelle abitazioni.

Specifico che lo scorrimento dell’acqua sul terreno abbandonato è causato dall’ostruzione di un fossato naturale di scolo delle acque piovane non ripulito dal 2013 al quale, tra l’altro, sono state apportate delle variazioni che hanno alterato il naturale libero deflusso dell’acqua proveniente dalla sovrastante terrazza marina, determinandone la fuoriuscita.  

Ad aggravare la situazione di pericolo, si segnala che il terreno privato in questione è ricoperto da erbacce, canne, arbusti, alberi ed infestanti varie che possono risultare di facile esca o strumento di propagazione del fuoco, con gravissimo rischio di sviluppo di incendi, con suscettività ad espandersi nelle aree attigue ed anche nelle strutture ed abitazioni limitrofe, con gravissime conseguenze sulla pubblica e privata  incolumità, considerato che la predetta area incolta è confinante con un’area adibita a parcheggio dove, soprattutto in estate, sostano decine e decine di automobili e motocicli.

Tutto ciò avviene sistematicamente ogni anno sin dal mese di marzo del 2013, quando si verificò la frana nella curva di via dei Sicani, strada di importanza fondamentale per la circolazione veicolare, da allora chiusa al transito.

 Quanto evidenziato risulta in netto contrasto con l’ordinanza del Sindaco di Sciacca n. 25 del 21/05/2018 in vigore, che  prevede l’obbligo per i proprietari delle aree incolte di “mantenere le condizioni di decoro, igiene e sicurezza pubblica” tutto l’anno, ed anche con le disposizioni contemplate nell’art. 908 del Codice civile sullo “scarico della acque piovane”.

Tanto si deve per correttezza di informazione.

Cordialmente

Mario Turturici