Ecco come riprenderà la scuola in Sicilia. La campanella tornerà a suonare tra il 14 e il 21 settembre

Come si ritornerà a scuola in Sicilia dopo sei mesi dalla chiusura? A tracciare le linee è l’assessore regionale Roberto Lagalla, coadiuvato da una  task force guidata da Adelfio Elio Cardinale, ex preside della facoltà di Medicina e nominata  a fine maggio. Ne fanno parte Stefano Suraniti, neo dirigente generale dell’Ufficio scolastico regionale, Leoluca Orlando, sindaco di Palermo e presidente dell’Anci, Giovanni Puglisi, presidente del Comitato regionale delle università siciliane, Domenico Di Fatta, dirigente scolastico e componente della task force nazionale, Maurizio Franzò, delegato regionale della Associazione nazionale presidi.

I cancelli riapriranno tra il 14 e il 21 settembre. Si entrerà in aula indossando le mascherine e osservando le file. Le lezioni non dureranno 60 minuti ma 40. Tale riduzione nasce dalla necessità di consentire due turni che si concluderanno non dovranno andare oltre le ore 16. Quello di Lagalla e del suo staff è un piano che lascia ai dirigenti scolastici alcune possibilità di scelta a seconda delle conformazioni degli istituti scolastici e che,comunque, abbraccia tutti i limiti nazionali in materia di sicurezza.
Soluzioni che ogni dirigente assumerò mettere in atto e garantire le distanze in classe e per evitare assembramenti nelle aree esterne alle aule.

In buona sostanza,  a seconda della densità di alunni iscritti, della sede scolastica e del tipo di lezioni,  ogni dirigente scolastico utilizzerà una o più soluzioni ideate dalla Regione. Un Piano che la Regione comunicherà entro la fine di luglio.

La mascherina sarà un obbligo per tutte le scuole in tutti i momenti di aggregazione. Deve essere indossata all’entrata, all’uscita, durante le assemblee e a ricreazione. In aula, invece, non sarà necessario indossarla. La mascherina è obbligatoria sempre per tutto il personale scolastico.

Si potranno ampliare le classi abbattendo muri. Sarà possibile allargare le aule per il rispetto della distanza di almeno un metro fra studente e studente in aula. Lagalla ha detto che la Regione darà il via libera alla realizzazione di piccoli interventi nelle scuole per allargare, dove possibile, gli spazi adibiti ad aula. Dunque, “se si  può abbattere una parete per avere più spazio, lo si farà subito fra luglio e agosto”.

Ovviamente, dove “non possiamo dilatare gli spazi dobbiamo diminuire la densità di alunni”. “Si potranno individuare nuovi edifici, in sinergia con Comuni e Province, oggi inutilizzati e facilmente adattabili a scuola”. L’assessore pensa anche alla riapertura “di scuole dismesse o altri uffici pubblici. Ce ne sono tanti in disuso appartenenti agli Iacp e alle Ipab».

Lezioni di 40 minuti.  “La prima – spiega  Lagalla – prevede di ridurre le lezioni dagli attuali 60 minuti a 40. Questo ci permette di accorciare la giornata media di ogni studente e di comprimere fra le 8 e le 16 due turni”. Dunque, doppi turni ma più brevi, ma realizzabili “tenendo conto delle esigenze delle famiglie che devono accompagnare i figli a scuola o organizzarsi per tenerli a casa in ore in cui fino a febbraio scorso erano invece in classe”. È prevedibile quindi che questa sia una soluzione più facilmente realizzabile negli istituti superiori, dove gli alunni sono più autonomi, e nei piccoli centri dove non c’è l’esigenza di spostarsi per lunghe distanze.

Più difficile che questa soluzione venga applicata alle scuole elementari o medie. Ma la scelta finale spetterà ai presidi.

Il lunch box.  Lagalla sta pensando anche la possibilità di finanziare il lunch box per chi si troverà a scuola all’ora di pranzo. Mentre le scuole che sono fornite di mense potranno utilizzarle
ma facendo entrare gli alunni a turno.

Una parte di alunni a casa. C’è un’altra soluzione in cantiere, quella di mandare a scuola solo alcune classi (o parte di queste) e lasciare che le altre facciano teledidattica da casa.  La Regione per la teledidattica dispone di 20 milioni di euro. Saranno acquistati anche 24 mila tablet.

Le scuole dell’i n fa n z i a. La Regione ha al vaglio regole  più specifiche per gli asili: “Per la fascia 0-6 anni – spiega Lagalla – ci sono ovviamente esigenze maggiori e difficoltà ulteriori da superare. Arriverà a breve un protocollo specifico.

Palestre e laboratori. Non potranno essere sfruttati al massimo. I presidi dovranno quindi anche garantire che vengano utilizzati mantenendo la distanza di sicurezza minima fra gli alunni. Gli spogliatoi resteranno chiusi.