La “porta dell’Europa” dimenticata da tutti. Lampedusa vive difficoltà ampliate. Protesta davanti al Comune

E’ la “porta d’Europa”, ma quando ha bisogno di aiuto, accanto alla porta si erige un muro. Il muro dell’indifferenza. Parliamo delle Pelagie, di Lampedusa e Linosa. Le isole minore della nostra Sicilia, e della nostra provincia agrigentina, sono teatro, da decenni, di sbarchi di migranti. Eppure, gli abitanti delle Pelagie hanno sempre dimostrato cuore grande e immensa disponibilità mista a pazienza.

Abitanti la cui esistenza si fonda sulla pesca e sul turismo. L’emergenza coronavirus ha messo in ginocchio le splendide perle di quel tratto di Meditarreneo colpendo pesantemente i due settori.

Imprenditori, commercianti e cittadini si sono dati appuntamento per manifestare tutto il loro disagio, tutte le difficoltà, chiedendo “misure efficaci e concrete di sostegno all’economia locale messa in ginocchio.

Il sindaco Totò Martello condivide le preoccupazioni per una crisi “molto più pesante rispetto ad altre realtà”. Il sindaco non nasconde che “fino ad ora, le misure e gli aiuti economici messi in campo dal governo nazionale e dal governo regionale sono rimasti sulla carta, di effetti concreti non c’è neppure l’ombra”.

“Vivendo Lampedusa e Linosa solo di turismo e di pesca – continua  Martello – non ci sono alternative, ed entrambi i settori sono paralizzati: le istituzioni hanno il dovere di intervenire con aiuti veloci e reali anche perché all’emergenza coronavirus, con tutte le conseguenze sociali ed economiche che comporta, qui si aggiunge l’emergenza legata all’arrivo dei migranti. Lo Stato  – conclude Martello – non può ricordarsi di noi quanto ha bisogno di aiuto perché Lampedusa garantisce accoglienza umanitaria, e girarsi dall’altra parte quando siamo noi a chiedere un sostengo”.
(Foto di Agrigentonotizie.it)