Borgo Bonsignore: la prima pietra nel 1939 dopo 81 anni la riqualificazione. Così tornerà a splendere (fotogallery)
Un progetto elaborato dalla Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Agrigento con l’apporto del Soprintendente architetto Michele Benfari. Un saccense, un valido professionista, conoscitore del territorio, della sua storia immensa che rappresenta uno scrigno contenente svariati tesori.
La riqualificazione del Borgo di Bonsignore, nel territorio di Ribera, rappresenta uno dei lavori di rinascita di scorci di storia, di tradizioni, più di valore degli ultimi decenni. Due le date che si incrociano e che si distanziano: 21 ottobre 1939 e l’anno 2020, quello che stiamo vivendo. Nel mezzo c’è un lasso di tempo lungo 81 anni. Un periodo nel quale il suggestivo Borgo Bonsignore nasce, si sviluppa, viene lasciato al suo lento degrado per mano umana capace di modificare le caratteristiche d’un tempo. Insomma, la “modernizzazione” selvaggia che, fortunatamente non ha completamente devastato il Borgo. Poi qualche timido intervento. Poi la ribalta internazionale in occasione di un evento di Google.
Dopo 81 anni, il Borgo Bonsignore è avviato alla rinascita grazie all’intervento della Regione e al progetto di riqualificazione della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Agrigento che restituisce al Borgo la sua originaria fisionomia. Borgo Bonsignore è un gioiello posto tra campagne pregiate, lambito dalle acque del mediterraneo con le sue sfumature di blù, turchese. E poi un magnifico bosco e una spiaggia incantevole, carezzato dalle acque del fiume Platani. Non si esagera nel definirlo un angolo paradisiaco.
Non a caso il soprintendente Michele Benfari sottolinea che è “un patrimonio da tutelare e valorizzare, anche in relazione a un attuale ritorno alla terra e di attenzione verso la ricerca di un equilibrio tra la città e la campagna”. La riqualificazione è un mezzo non solo conservativo ma di rilancio. “Questi “grumi edilizi”, attraverso un processo di “riuso adattivo”, si prestano a divenire polarità per il rilancio dei territori”, per il Soprintendente.
La posa della prima pietra dell’abitato avvenne il 21 di ottobre del 1939, alla presenza delle autorità civili, del vescovo Peruzzo e di Nallo Mazzocchi Alemanni, direttore generale dell’ente di colonizzazione del latifondo siciliano.
Borgo che rispecchia l’impostazione del ventennio. “E’ costituito da un insieme di infrastrutture disposte attorno ad un’unica piazza di forma quadrata con fontana centrale, parzialmente chiusa da portici, dominata dalla torre del littorio situata sull’asse d’accesso al borgo e scelta dal progettista come elemento per la prospettiva frontale. Gli otto edifici, di aspetto sobrio e rigoroso, sono aggettivati da elementi artistici di pregio quali gli affreschi opera del pittore Alfonso Amorelli che abbelliscono la chiesa. Contestualmente al borgo venivano realizzate 17 case coloniche distribuite su un asse viario tangente il borgo, mentre numerose altre case coloniche punteggiavano la campagna circostante” spiega la Soprintendenza di Agrigento.
I borghi rurali nacquero volutamente di modeste dimensioni e non erano concepiti per un’antropizzazione per un passaggio verso il nucleo iniziale di future città. L’intento del Borgo era quello di “far toccare” la presenza dello Stato proprio in quei territori dominati dalla presenza di mafiosi e che erano preda di una forte povertà socio-economica. “Per la progettazione dei primi borghi- spiega ancora Michele Benfari- vennero scelti giovani architetti siciliani capaci di interpretare la natura e la peculiarità ai paesi siciliani, al suo essere antico e nuovo, compositivamente la nuova architettura rurale siciliana doveva essere pittoresca, chiusa sobria e non internazionale”.
I lavori di riqualificazione consegneranno Borgo Bonsignore in tutto il suo splendore nel periodo della vendemmia 2021. Non c’è migliore auspicio di inaugurare alzando il calice contente in buon vino dei nostri vigneti. Sarà una ricchezza di dimensione internazionali, un patrimonio non solo dei riberesi ma del mondo.
Filippo Cardinale