Rifiuti, l’ampliamento degli impianti fermo a 1 anno fa. Enna dice stop al sovvallo di Sciacca. Intervenga il Prefetto

I rifiuti accatastati prima di essere incendiati

Come al solito, la Regione annuncia con la velocità europea, ma poi alza il freno e per passare ai fatti alza il freno e viaggio con una velocità inferiore a quella della lumaca. La situazione degli ampliamenti all’impianto di compostaggio in contrada Santa Maria e alla discarica Saraceno-Salinella è come un anno fa. Beatamente ferma.

Adesso c’è l’aggravante che il sovvallo di Sciacca che veniva conferito in un impianto di Enna, ha chiuso i cancelli a quei Comuni che non fanno parte di quell’ambito. Oggi, in buona sostanza, non si sa dove conferire il sovvallo e quindi saltano i turni di raccolta della frazione umida.

Qui entra il gioco la nota vicenda delle “ordinanze urgenti e contingibili”. Ma siccome siamo in Italia e i lacci normativi e burocratici dominano incontrastati, emettere una tale ordinanza richiede la presenza di taluni requisiti, al di là dei costi che, inevitabilmente, aumentano per i cittadini. Bisogna accertarsi, prima, che non vi siano altre alternative di siti di conferimento. Poi scatta l’emergenza. Ma il sindaco di Sciacca può emettere un’ordinanza “contingibile e urgente” che coinvolga anche altri Comuni, cioè dell’Ambito? No. Deve essere, semmai, il Commissario straordinario del Libero Consorzio Comunale di Agrigento (l’ex Provincia).

Intanto, i cittadini sono esasperati. La monnezza rimane a casa, la puzza è insopportabile. Senza dimenticare che i cittadini sono già provati dall’isolamento domestico causato dall’emergenza coronavirus, dai bilanci familiari rimasti a secco. Ci sono tutti gli elementi per alimentare una tensione che non è facile gestire.

Signor Prefetto, intervenga con tutta l’autorità del suo ruolo.

Filippo Cardinale