TURISMO, ECCO LO SCENARIO CHE CI ASPETTA: SIMULAZIONI PER LUG-AGO-SETT CON 40-50-60% DELL’OCCUPAZIONE ALBERGHIERA
Il colpo inferto dall’emergenza coronavirus al tessuto produttivo appare chiaro. Ma forse ancora non si ha la giusta idea dei numeri, delle proporzioni. Noi del Corrieredisciacca abbiamo elaborato tre scenari entro cui è possibile si possa muovere il flusso turistico nella nostra città in vista di una fase in cui sarà possibile la riapertura delle strutture alberghiere della nostra città. I numeri indicati sono complessivi e riguardano le strutture alberghiere, dal 5 stelle al 3 stelle, e i B&B. Sono numeri che ricalcano l’andamento del flusso dello scorso anno con circa 200.000 presenze e un introito da imposta di soggiorno poco meno di 800.000 euro.
Intanto, va considerato che il flusso turistico è stato azzerato fino a maggio 2020 per vie dei divieti contenuti nei vari DPCM. Questo periodo di chiusura ha già creato numeri allarmanti: 117.200 presenze azzerate e un mancato introito da imposta di soggiorno pari a 340.500 euro.
E’ chiaro a tutti che la mancata presenza di 117 mila presenze è un danno che si riverbera sull’economia della città e del suo indotto: bar, pub, ristoranti, negozi, taxi.
Ma cosa ci aspetta? E’ inutile farsi illusioni. Non sappiamo, oggi, come si muoverà il flusso internazionale. Ma sappiamo con certezza che sarà difficile. Sconosciamo che andamento assumerà la fase 2 dopo il rallentamento di buona parte delle restrizioni. Certamente, si punterà sul flusso nazionale e regionale. Ma anche qui è una incognita poiché l’emergenza ha creato forti disagi economici alle famiglie. E’ un dato certo che esse si sono impoverite parecchio.
Abbiamo ipotizzato uno scenario che guarda al trimestre luglio-agosto-settembre. In tale contesto abbiamo elaborato tre condizioni di presenza turistica. Una visione ottimista che vede il 60% dell’occupazione negli alberghi e nelle strutture extra alberghiere. Un’altra il 50% e un’altra ancora, la più pessimista, il 40%.
Nello stesso periodo di riferimento, lo scorso hanno si sono registrate 169.000 presenze e un introito da imposta di soggiorno di 441.000 euro.
OCCUPAZIONE AL 60%. Con i dati dello stesso periodo dello scorso anno, avremo un totale di 101.433 presenze e un introito di 264.700 euro. Con tale occupazione perderemmo 67.600 presenze e un mancato introito da imposta di soggiorno pari a 176.500 euro.
OCCUPAZIONE AL 50%. Le presenze sarebbero 84.500 e l’introito da imposta di soggiorno di 219.700 euro. Le presenza scenderebbero a 84.500 e l’imposta di soggiorno a 219.700 euro, la metà.
OCCUPAZIONE AL 40%. Lo scenario peggiore. Le presenze sarebbero 67.622 con un calo di 101.430; l’introito da imposta di soggiorno si fermerebbe a 116.400 euro, meno 324.800 euro.
Il quadro dipinto può scostarsi leggermente, in percentuale, ma la sostanza risiede nella drammaticità della situazione. L’emergenza coronavirus ha lasciato sul campo una quantità enorme di decessi. Ha colpito duramente anche chi non si è risparmiato a compiere fino in fondo la propria missione: medici e infermieri sono morti in quantità troppo elevata.
Ma oltre l’emergenza sanitaria, bisogna fare i conti con quella economica. Al di là degli slogan #andràtuttobene o #celafaremo, o qualche canto di incoraggiamento dai balconi, la realtà è cruda. La ripartenza è dura, la rimessa in moto delle attività produttive richiede tempo. Tante attività non ce la faranno, altre ce la faranno impiegando tempo, altre alzeranno le saracinesche ma è facile che le richiudano definitivamente. Le provvidenze promesse, le piogge di denari stentano ad arrivare o non sono ancora arrivate. Il decreto Cura Italia passa attraverso le maglie del sistema bancario che trasforma in difficile ciò che con le parole è stato presentato facile.
La nostra città andrà incontro ad una stagione turistica difficile, complessa. Molte attività già stentavano e per loro riprendere sarà ardua impresa. Bisogna rimboccarsi le maniche, ma bisogna anche innovarsi e cercare nelle novità, nelle innovazioni, la ricetta per iniziare una terapia che richiederà tempo. Una cosa è certa: nulla potrà essere più come prima, almeno negli stili di vita.
Filippo Cardinale