” NOI LAVORATORI STAGIONALI NEL SETTORE TURISTICO DIMENTICATI DALLO STATO”

In questi momenti difficili che tutti i lavoratori stanno attraversando, ci si è accorti di lavori che non sempre hanno avuto il giusto riconoscimento economico, tra cui i
lavoratori stagionali.
“Noi lavoratori stagionali (insieme alle nostre famiglie), ci troviamo oggi in una situazione più drammatica rispetto ad altri lavoratori; noi siamo una categoria di
lavoratori che espleta la propria opera lavorativa tra marzo e settembre”, ci scrive una rappresentanza di lavoratori stagionali. “Noi non siamo dei lavoratori normali, non è stata una nostra volontà di lavorare stagionalmente (chi non vorrebbe un lavoro per tutto l’anno), ma, le condizioni di lavoro delle nostre zone, perché le nostre città sono a vocazione turistica, ci hanno portato al che, il nostro lavoro sia svolto in un periodo determinato”.

La preoccupazione mista a tristezza degli stagionali si coglie senza difficoltà. “Noi lavoratori stagionali che eravamo già pronti a riprendere le nostre mansioni
nelle “nostre” aziende, ci siamo ritrovati inermi e con la spada di Damocle sulla testa davanti al coronavirus. Purtroppo, questa transizione creata dal covid 19 sarà lunga, e molti di noi lavoratori stagionali, rischiano di rimanere sia senza lavoro sia senza reddito, o per chi sarà più fortunato, con qualche mese di lavoro e perlopiù, non potremo accedere agli ammortizzatori sociali 2020, 2021”.

Vista l’emergenza creatasi, i lavoratori stagionali chiedono al Governo di programmare interventi per un arco di 12 mesi, riconoscendo tutele, diritti e dando a questa categoria una certezza di reddito. Chiedono che si formuli una garanzia del reddito per i lavoratori stagionali, non con un decreto al mese, ma estendendo in deroga naspi e dis coll, facendoli confluire in un ammortizzatore sociale, dando a questa categoria di lavoratori, una
costanza del reddito per almeno 12 mesi.

Per loro, una stabilità economica e alle aziende in cui lavorano la possibilità di riprendere le proprie attività in pieno regime e la possibilità ad assumere l’intero organico
lavorativo per il prossimo 2021.