STOP AI CANONI IRRIGUI, AUMENTI E DIFFERENZE A SALDO AL 2016. L’INIZIATIVA PARTE DA BIVONA

I Consiglieri comunali di Bivona, Antonio Chiaramonte, Salvatore Marrone e Carola Calafiore, con una lettera indirizzata a tutti i Presidenti dei Consigli Comunali e a tutti i Consiglieri comunali  dei Comuni agrigentini, chiedono di votare un punto all’ordine del giorno  indirizzato al Presidente della Regione Sicilia Musumeci, affinché con apposito provvedimento si proceda a ritirare e/annullare i ruoli già emessi, azzerare le differenze a saldo fino al 2016, annullare l’aumento di 4 centesimi del costo dell’acqua per gli anni 2017 e 2018, azzerare l’aumento del beneficio irriguo e sospendere i canoni irrigui e i pagamenti del sotteso relativi all’anno 2020.
Una richiesta che nasce dalla emergenza coronavirus che ha colpito tutti i comparti dell’economia e tra essi, pesantemente, anche il settore agricolo risultando difficile, ad oggi, calcolarne con precisione i danni.
“Nei prossimi mesi gli stessi agricoltori saranno costretti a confrontarsi con un mercato incerto e difficile, dovendo, però, continuare ugualmente a sostenere tutti i costi necessari per mandare avanti la propria produzione”, evidenziano Antonio Chiaramonte, Salvatore Marrone e Carola Calafiore, che ritengono “necessaria l’ adozione di alcuni provvedimenti tesi, quanto meno, a venire incontro alle esigenze e difficoltà degli agricoltori agrigentini sgravandoli, in questa pesante congiuntura, almeno dai pagamenti dei ruoli e dell’aumento dell’acqua per uso irriguo, disposti dal Consorzio di Bonifica ex Agrigento 3”.
Ritengono che “in questo contesto sia  assolutamente insostenibile e inaccettabile l’aumento sconsiderato del beneficio irriguo passato da € 20 ad € 85 per ettaro, nonché l’aumento dell’acqua per usi irrigui da 15 centesimi a 23 centesimi per metro cubo. L’aumento dei costi si aggiungerebbe alle altre difficoltà che stanno vivendo i coltivatori e le aziende, già attanagliati dagli esiti delle calamità atmosferiche degli anni scorsi, dalla crisi di mercato e, per ultima, dalla pandemia in atto costringendoli sempre più a lavorare con margini di guadagni notevolmente ridotti”.