OSPEDALE E AREE COVID, FRIGERIO E GULOTTA: “ESIGIAMO CHIAREZZA E NON TOLLERIAMO IL SILENZIO”

Due donne, due consiglieri comunali che sostengono il sindaco Francesca Valenti, rompono il silenzio che incombe e chiedono chiarezza su quanto sta accadendo all’ospedale Giovanni Paolo II in seno all’emergenza coronaviurs. Una chiarezza volta a comprendere il lavoro messo in campo dal commissario ad acta per l’emergenza covid per gli ospedali di Sciacca e di Ribera.

Un silenzio che Elvira Frigerio e Valeria Gulotta vogliono rompere per fare chiarezza su una struttura pubblica interessata a 4 milioni di interventi finanziari per adeguare il Giovanni Paolo II alla degenza in terapia intensiva e sub intensiva. Un adeguamento che giocoforza sta modificando l’assetto ordinario della struttura ospedaliera, intervenendo in modo incisivo sull’erogazione delle assistenze sanitarie per le patologie non covid. Patologie che colpiscono una vastissima platea di cittadini che risiedono in decine e decine di Comuni interprovinciali e hanno nel Giovanni Paolo II un preciso punto di riferimento ospedaliero.

La mancanza di chiarezza, dovuta essenzialmente alla nomina da parte dell’assessorato regionale alla Salute di un commissario ad acta per l’emergenza covid per gli ospedali di Sciacca e di Ribera, ha di fatto gettato sulla struttura ospedaliera un velo impenetrabile, tipica conseguenza di una gestione commissariale dove decide un uomo solo. Dimenticando, molto probabilmente, che la struttura ospedaliera saccense ha un bacino di utenza di oltre 100 mila cittadini.

La mancanza di chiarezza sulla “trasformazione” della struttura ospedaliera, sul suo temuto depotenziamento con la riduzione dei servizi offerti per le patologie ordinarie e per dei quali fruisce una marea di cittadini, spinge Elvira Frigerio e Valeria Gulotta a intervenire sulla questione, spinte anche dalla constatazione che attorno ad una struttura ospedaliera di primaria importanza per il territorio non vi è quella omogeneità di difesa a prescindere “dal colore politico”.

Il riferimento è alla politica che sta dimostrando, nel corso di questi giorni, di apparire come un’orchestra di principianti che emette frastuono più che suono armonico. “La paura, la salute, non hanno schieramenti, coinvolgono tutti, politici e non, e in questo momento il silenzio e la poca chiarezza non possono essere tollerati”. Colgono, i due consiglieri, tutta l’incertezza e la preoccupazione che provengono dai cittadini. “Da consiglieri comunali abbiamo il dovere di rispondere alle domande che i cittadini ci pongono, domande alle quali spesso non sappiamo rispondere”.

Del resto,come fanno a dare risposte quando “nessuna risposta ci proviene dagli organi regionali competenti, a iniziare dall’assessore Ruggero Razza che sciorina un efficiente funzionamento del presidio ospedaliero. Un’efficienza che, a parere nostro, non c’è e non è veritiera”.

I telefono di Frigerio e Gulotta, come siamo convinti anche quelli degli altri consiglieri comunali,squillano continuamente. Sono cittadini che chiedono lumi, che sono disorientati rispetto alla rimodulazione dell’ospedale di Sciacca che pare sia diventata una centrale nucleare che trasmette paura. “Ci giungono segnalazioni di pazienti no-covid trasferiti in una clinica privata convenzionata con l’Asp di Agrigento e distante 80 chilometri da Sciacca. Ci segnalano anche donne in gravidanza alle quali viene chiesto di essere sottoposte al tampone poiché se dovessero risultare positive sarebbero trasferite ad Agrigento”.

Ma le segnalazioni che giungono a Frigerio e Gulotta evdienziano anche che “pazienti che risultano positivi al covid 19 attendono da più di 20 giorni di essere sottoposti al secondo tampone”.

E allora si chiedono: “Dov’è la chiarezza? Dove sono le risposte agli interrogativi che poniamo e che la gente pone?”.  Nell’incertezza e nel silenzio che sembrano dominare, le uniche basi ferme “sono le associazioni che sostengono il sindaco Francesca Valenti a condurre una battaglia per far luce ai quesiti posti mirati a fare chiarezza su cosa sta avvenendo al Giovanni Paolo II e se quanto sta accadendo rispetta e rispecchia le direttive del Ministro alla Salute che indica in modo chiaro quali strutture debbano avere i requisiti per rivestire il profilo di Covid Hospital”.

Del resto, come non condividere le osservazioni di Elvira Frigerio e Valeria Gulotta quando chiedono perché potenziare il Giovanni Paolo II di aree covid con investimenti che toccano la cifra di 4 milioni di euro “quando è privo di un reparto di malattie infettive?”. Come dare torto? E’ come comprarsi una Ferrari ma non la si può utilizzare perché mancano le strade.

Il potenziamento delle aree covid “sta di fatto ridimensionando i servizi per le patologie ordinarie, pane quotidiano per le esigenze quotidiane dei nostri cittadini”.

Frigerio e Gulotta sollecitano un Consiglio comunale “chiarificatore e invitando il commissario ad acta Alberto Firenze e l’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza, in modo tale da avere un confronto costruttivo e limpido sulla reale situazione del nostro ospedale”.

Infine, i due consiglieri comunali, “non comprendono le affermazioni di alcuni colleghi d’opposizione che chiedono risposte al sindaco invece di chiederle a chi ha il dovere per competenza di materia a darle”, e invita tutto il Consiglio comunale “a fare squadra per preservare un bene prezioso quale è l’ospedale e per tutelare la salute della nostra gente”.

Filippo Cardinale