ELEZIONI AMMINISTRATIVE “SOTTO” COVID. SI VOTA IL 14 GIUGNO, ALLA FACCIA DEL DISTANZIAMENTO SOCIALE

Il 14 giugno si vota in diversi comuni siciliani per l’elezione del Sindaco e il rinnovo del Consiglio comunale. Nella nostra provincia si vota ad Agrigento, ma anche a Ribera. Grossi centri. Ma siamo in emergenza sanitaria da covid. Attualmente siamo in lockdown, ma si parla di fase 2, cioè la possibilità di allentare alcune limitazioni che ci costringono alla clausura domestica.

A noi, però, sembra che si esageri. E a proposito di esagerazione, ci viene in mente quella famosa lettera di Totò inviata alla “Malafemmina”, quando tra Peppino e Totò nacque la disputa sull’abbondanza della punteggiatura. “Meglio abbondare”, disse Totò per evitare che la “Malafemmina” potesse tacciarli di tircheria. Non sia mai.

Dunque, torniamo alla nostra sicula realtà. La normativa partorita dal Parlamento regionale fissa le date delle elezioni in una finestra temporale, valida sempre, che va dal 14 aprile al 30 giugno.

Il Governo regionale, all’interno di tale finestra, fissa la data delle elezioni. Il Governo attuale ha fissato la data delle amministrative il 14 giugno 2020 e il 28 giugno 2020 per il ballottaggio.

Tra il 60° e il 55° giorno, prima del 14 giugno, l’Assessore regionale alle Autonomie Locali emette il decreto di indizione dei comizi elettorali. Praticamente tra il 14 e il 18 aprile, massimo, dunque, tra tre giorni. Con l’uscita del decreto, i partiti devono mobilitarsi per raccogliere le firme per la compilazione e la presentazione delle liste.

A proposito delle presentazione delle candidature, l’adempimento va compiuto dal 30esimo al 25esimo giorno precedente le elezioni,  quindi entro il 20 maggio vanno presentate le liste, con relative raccolta di firme da autenticare esclusivamente di presenza e non online. E’ fin troppo evidente il rischio contagio che tutto ciò che abbiamo scritto comporta.

Appare fin troppo evidente che tale contesto cozza violentemente contro ogni misura per evitare contatti sociali ravvicinati, assembramenti. Se non interviene il Parlamento siciliano, con apposita seduta, si va dritti alle elezioni con le conseguenze appena citate.

Solo un’ulteriore provvedimento legislativo può spostare la data delle elezioni. Ma i deputati sono in lockdown. E magari vivono nella tensione dell’emergenza del virus e hanno dimenticato tale indispensabile adempimento. Se non interviene l’Assemblea regionale siciliana con apposito provvedimento di proroga, le elezioni devono svolgersi.

Ecco perché parliamo di esagerazione. Vero è che si pensa alla fase 2, e quindi al rallentamento delle misure limitative degli spostamenti delle persone, ma mandare al voto centinaia di migliaia di elettori significa provocare quella “grande moria di vacche” alla quale fanno riferimento Totò e Peppino nella famosissima e divertentissima lettera inviata alla formosa bionda.

Filippo Cardinale