INGIUSTA DETENZIONE, ACCOLTO L’APPELLO E A BRUNO CONTRADA VANNO 667 MILA EURO DI RISARCIMENTO
La Corte d’Appello di Palermo ha accolto la richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione presentata daBruno Contrada, ex numero due del Sisde, condannato a 10 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. A Contrada, difeso dall’avvocato Stefano Giordano, sono stati liquidati 677 mila euro. La condanna dell’ex poliziotto venne giudicata illegittima dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e dalla Cassazione.
Bruno Contrada, tra il carcere e i domiciliari per motivi di salute, ha scontato tutta la pena. Nel 2015, però, i giudici europei condannarono l’Italia a risarcire il poliziotto, nel frattempo sospeso anche dalla pensione, ritenendo che Contrada non dovesse essere né processato né condannato perché all’epoca dei fatti a lui contestati (1979-1988) il reato di concorso in associazione mafiosa, non “era sufficientemente chiaro”. I giudici di Strasburgo diedero ragione all’avvocato Giordano, affermando che i Tribunali nazionali, nel condannarlo, non hanno rispettato i principi di “non retroattività e di prevedibilità della legge penale”.
L’avvocato Giordano parla di “provvedimento libero e coraggioso ha statuito che Bruno Contrada non andava né processato, né tanto meno condannato e che, dunque, non avrebbe dovuto scontare neppure un solo giorno di carcere”.