CORONAVIRUS, CHI SBAGLIA NON PAGA. IL SINDACO CONTRO “L’IMMUNITA'” DEI VERTICI SANITARI, SCRIVE AI DEPUTATI
Il sindaco Francesca Valenti ha inviato una lettera ai Deputati nazionali e regionali della provincia di Agrigento. Il sindaco affronta la questione di alcuni emendamenti al decreto legge Cura Italia (il d.l. n. 18 del 17 marzo 2020) che prevedono di fatto un’immunità per le scelte strategiche assunte per la gestione della crisi sanitaria da parte dei vertici provinciali e regionali nell’ipotesi di danni ai terzi ed agli operatori.
Gli emendamenti, in buona sostanza, sono mirati a esonerare da responsabilità penale, civile, contabile e da rivalsa coloro che, a qualunque titolo, abbiano assunto decisioni relative alla gestione
dell’emergenza della crisi sanitaria. Insomma, le scelte dei vertici provinciali e regionali della Sanità sono “immuni” da danni provocati a terzi in caso di scelte che si rivelano sbagliate e dannose per i cittadini.
Ecco il testo integrale della lettera del sindaco Francesca Valenti inviata ai deputati agrigentini.
Ai Deputati Nazionali e Regionali
della Provincia di Agrigento
OGGETTO: Tutela della salute dei pazienti e degli operatori sanitari e non sanitari – Immunità In piena emergenza sanitaria da Covid-19, anche su sollecitazione di federazioni sanitarie, sono stati
proposti alcuni emendamenti al decreto legge Cura Italia (il d.l. n. 18 del 17 marzo 2020) che prevedono di fatto un’immunità per le scelte strategiche assunte per la gestione della crisi sanitaria
da parte dei vertici provinciali e regionali nell’ipotesi di danni ai terzi ed agli operatori. In particolare, gli emendamenti tenderebbero ad esonerare da responsabilità penale, civile, contabile e da rivalsa coloro che, a qualunque titolo, abbiano assunto decisioni relative alla gestione
dell’emergenza della crisi sanitaria.
La sottoscritta Sindaco del Comune di Sciacca, con riguardo a tali proposte di immunità delle Direzioni sanitarie, rappresenta quanto segue. Gli Enti ai quali è demandata istituzionalmente l’organizzazione del servizio sanitario sono tenuti a fornire attrezzature, supporti e materiale alle unità operative. Gli amministratori sono responsabili se – a causa di omissioni o in conseguenza di errori o di cattiva gestione tecnica o ammnistrativa – si determina una carenza delle strutture sanitarie e se – in conseguenza di tale carenza – si verificano eventi dannosi per la vita o la salute di pazienti o operatori dipendenti.
Tale responsabilità coinvolge tutti i livelli di intervento e di controllo, ivi compreso quello regionale. Il datore di lavoro ha il preciso dovere di adottare tutte le misure necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro (art. 2087 c.c.). Chi ha l’effettiva responsabilità gestionale, siccome dotato dei relativi poteri di decisione e di spesa, deve provvedere alla predisposizione delle misure di sicurezza ed igiene del lavoro.
Chi assume le scelte strategiche discrezionali ne è responsabile civilmente e penalmente. Il nostro ordinamento prevede già esimenti ed esclusioni di responsabilità per impossibilità, forza
maggiore ed altre ipotesi. Ebbene, oggi c’è chi chiede una deroga all’attuale sistema normativo per esimere da responsabilità le Direzioni sanitarie: responsabilità amministrativa e contabile, ma anche e soprattutto responsabilità rispetto agli obblighi in materia di sicurezza dei lavoratori, sia essa sotto il profilo civile che penale.
Si chiede, addirittura, una “moratoria” al fine di evitare che le Direzioni strategiche rispondano per i reati di “lesioni personali gravi/gravissime o di omicidio colposo” nei confronti degli operatori
sanitari a causa di violazione degli obblighi previsti in tema di sicurezza sul luogo di lavoro. Tra questi, a titolo esemplificativo, gli obblighi di cui al D.Lgs. n. 81/2008: obbligo di valutazione dei rischi; obblighi inerenti al servizio di prevenzione e protezione; obbligo di informazione, formazione e addestramento; obblighi inerenti alla gestione dell’emergenza e del primo soccorso; obblighi inerenti all’adozione di un idoneo modello di organizzazione e gestione della sicurezza e della salute; obbligo inerente alla fornitura di macchine, apparecchi e attrezzature idonei.
Nella denegata ipotesi che dovesse approvarsi simile immunità si determinerebbe una gravissima “evaporazione della responsabilità” per scelte strategiche illegittime, errate, illecite.
Il nostro ordinamento giuridico prevede chiari meccanismi di responsabilità a tutela dei beni giuridicamente rilevanti e, tra essi, una particolare rilevanza ha il primario bene della salute.
Il diritto alla salute è un diritto soggettivo assoluto e, come tale, originario ed indisponibile. L’esclusione di qualsivoglia responsabilità confligge con la prioritaria tutela di tale diritto. Ciò sarebbe gravissimo e determinerebbe un vulnus allo Stato di diritto.
La scrivente, quindi, chiede ai deputati nazionali e regionali della nostra provincia di Agrigento di vigilare ed adoperarsi, per quanto possibile e di competenza, per opporsi fermamente
all’approvazione di qualsivoglia forma di immunità.
Il sindaco di Sciacca
Prof. Avv. Francesca Valenti