L’ADDIO IN SOLITUDINE AI TEMPI DEL CORONAVIRUS
Pubblichiamo il testo di un articolo di oggi di Giuseppe Recca sul quotidiano La Sicilia. Una riflessione dedicata ai morti di coronavirus che vengono tumulati senza un funerale, con le tre vittime di Sciacca che non hanno potuto toccare la mano dei propri cari negli ultimi minuti di vita ed i loro familiari che non hanno il conforto del pianto davanti ad una bara.
Il dramma nel dramma. Tutte e tre le vittime saccensi del virus che sta sconvolgendo il mondo, non hanno potuto avere un funerale. Nessun congiunto li ha più visti dopo la scoperta del contagio e l’isolamento all’interno degli ospedali dove erano ricoverati. Uno è morto all’ospedale di Sciacca, due all’ospedale di Caltagirone.
Tre storie simili, tre nuclei familiari che per due settimane si sono affidati soltanto alla preghiera, prima per sperare in una guarigione, poi per accompagnare, da casa, il percorso della tumulazione. Un virus che non ha strappato solo delle vite, ma anche gli ultimi sguardi e le carezze che si riservano ai propri cari che stanno per lasciare la vita terrena.
E’ questo distacco che lascia un segno incancellabile e che fa male alle tre famiglie che hanno vissuto nei giorni scorsi l’incubo di un familiare che era già ricoverato in ospedale per varie patologie e che il contagio ha aggravato, fino a portarlo alla morte. Alcuni di loro hanno pure dovuto piangere mentre erano anche loro in quarantena. Una tragedia indicibile. “E’ la procedura” hanno detto le autorità. E, purtroppo, non tutti i morti hanno trovato posto al cimitero, la salma di una delle tre vittime è ancora in attesa della tumulazione.