L’IPOCRISIA DELLA POLITICA CHE GIOCA CON LE PAROLE. IL GIOVANNI PAOLO II IL PIU’ GRANDE COVID-19 DELLA PROVINCIA
EDITORIALE DI FILIPPO CARDINALE
Inizio, lo faccio raramente perché amo la lingua italiana (la più bella del mondo), con un acronimo inglese: Nimby. Per i sudditi della sempreverde regina Elisabetta, si estende in Not in my backyard (Non nel mio giardino). E’ la sintesi delle lamentele locali a opere sgradite.
Però è necessario puntualizzare un elemento importante. La questione riguarda l’emergenza coronavirus e l’adeguamento delle strutture ospedaliere per essere destinate ai pazienti affetti dal terribile e contagioso virus. Allora, il punto di domanda non è “perché nel mio giardino?”, ma “perché un Piano di intervento ospedaliero nell’ambito dell’emergenza Covid-19 così palesemente elaborato senza un criterio oggettivo, ragionevole e non giustamente equilibrato?”
Non è una questione di mero campanilismo al contrario, ma riguarda una scelta politica che passa sulla testa dei sindaci, quindi dei cittadini. Un’imposizione dall’alto che non consente quel giusto coinvolgimento delle comunità nelle scelte che riguardano un aspetto essenziale: la salute e la sicurezza pubblica.
Allora, mi sembra assai ragionevole sposare le giuste osservazioni messe su carta da parte del sindaco di Sciacca, Francesca Valenti. Mi sembra giusto, tra l’altro, in considerazione che l’ospedale di Sciacca, il Giovanni Paolo II, è polo sanitario attrattivo di un territorio vasto che tocca Comuni anche del palermitano, del trapanese, oltre che un abbondante parte di quello agrigentino.
E siccome più delle parole parlano i numeri, mi sembra ovvio deputare la logica analisi a questi.
Esso prevede in provincia di Agrigento 218 posti letto suddivisi in: 174 posti letto per degenza ordinaria; 24 posti letto per terapia intensiva.
Posti letto Terapia Intensiva totale 16: P.O. San Giovanni Di Dio di Agrigento 6; P.O. Ospedali Civili Riuniti di Sciacca 10
In attivazione (sui due step programmati totale 8) P.O. di Canicattì 5 (2 t.i. + 3 subint.), P.O. San Giacomo d’Altopasso di Licata 3
Posti letto in degenza ordinaria attivi: P.O. San Giovanni Di Dio di Agrigento 35, P.O. Ospedali Civili Riuniti di Sciacca 20
Posti letto in degenza ordinaria in attivazione (sui due step programmati): P.O. San Giovanni Di Dio di Agrigento 53, P.O. Ospedali Civili Riuniti di Sciacca 55, P.O. Barone Lombardo di Canicattì 5, P.O. San Giacomo D’Altopasso di Licata 6.
In questi anni sono state rappresentate alla politica, alle massime cariche di enti della sanità, gli innumerevoli disservizi segnalati dai cittadini inerenti l’ospedale di Sciacca. Associazioni come il Comitato Civico per la Salute, Cittadinanzattiva, sindacati, si sono fatti portatori delle lamentele. Si è evidenziato come il Giovanni Paolo II scivolasse costantemente verso il degrado, la mancanza costante di manutenzione, il personale sanitario e infermieristico assai sottodimensionato. Si sono svolte passerelle di politici che tali sono rimaste. Insomma, verso un inesorabile depotenziamento.
Il sindaco di Sciacca, oggi, ha inviato una lettera al Presidente della Regione, al Ministro della Salute, all’assessore regionale alla Salute, al Presidente della Commissione Sanità dell’Ars, al Prefetto di Agrigento, al Commissario ad acta degli ospedali riuniti di Sciacca e di Ribera, alla Procura di Sciacca e al Presidente dell’Anci Sicilia. E’ una lettera che nel mettere in risalto che “è necessario identificare prioritariamente strutture/stabilimenti dedicati alla gestione esclusiva del paziente affetto da COVID-19, tenuto conto che le attività precipue sono legate alle malattie infettive, assistenza respiratoria e terapia intensiva”, rimarca come sia “necessario individuare altre strutture ospedaliere da dedicare alla gestione dell’emergenza ospedaliera non Covid”.
Solo ed esclusivamente “non risulti possibile la separazione degli ospedali dedicati alla gestione esclusiva del paziente affetto da Covid-19 da quelli non Covid, i percorsi clinico-assistenziali e il flusso dei malati devono, comunque, essere nettamente separati”.
Il Piano prevede 55 posti di degenza ordinaria attivi di cui n. 35 posti presso il Presidio Ospedaliero San Giovanni di Dio di Agrigento e n. 20 posti presso il Presidio Ospedaliero Ospedali Civili Riuniti di Sciacca. Tali posti, in degenza ordinaria in attivazione, verrebbero aumentati di altri n. 53 posti presso il Presidio Ospedaliero San Giovanni di Dio di Agrigento, n. 55 posti presso il Presidio Ospedaliero Ospedali Civili Riuniti di Sciacca.
“Praticamente- scrive il sindaco- il Presidio Ospedaliero di Sciacca con l’attivazione di n. 75 posti di degenza ordinaria di pazienti Covid-19 è destinato a diventare un Covid Hospital”.
Una decisione assunta “senza alcun coinvolgimento dei Sindaci quali Autorità Sanitarie locali e Capi della Protezione Civile locale” e che “viola manifestamente le precise indicazioni ministeriali ed è altamente rischiosa per la salute dei pazienti non Covid, nonché compromette la regolare funzionalità di tutti i reparti non Covid e genera allarme sociale. Invero, l’esperienza nelle regioni del nord Italia ha dimostrato che nessuna possibile contiguità deve esserci tra aree destinate alla degenza ordinaria dei pazienti Covid ed aree destinate alla degenza dei pazienti non Covid”.
Come è noto a tutti, l’ospedale di Sciacca è stato interessato gravemente dal contagio di un operatore sanitario, cui sono seguiti contagi di altri operatori in servizio presso altri reparti, di pazienti e di loro familiari.
L’esperienza di una sorta di commistione, istituendo un reparto Covid-19 presso un Presidio Ospedaliero in cui operano altri ed importanti reparti genera una promiscuità strutturale idonea, in ipotesi, alla propagazione del contagio. “Né è ipotizzabile ed accettabile che, in forza di tale illegittimo e pericoloso Piano, alcuni reparti del Presidio Ospedaliero di Sciacca possano essere trasferiti presso altri Presidi Ospedalieri della Provincia”, rimarca il sindaco di Sciacca.
Sulla scorta dei numeri del Piano partorito dall’Assessorato regionale alla Salute, “l’attivazione di n. 75 posti di degenza ordinaria di pazienti attivi nel Presidio Ospedaliero di Sciacca” appare palesemente un modo per diventare l’Ospedale di Sciacca il Covid Hospital dell’intera provincia e della Regione siciliana”.
Un Piano che il Sindaco di Sciacca considera “non corrisponde e non garantisce adeguatamente il diritto alla salute dei cittadini e la sicurezza sul luogo di lavoro degli operatori sanitari e non sanitari”. Anzi, un Piano che “pare rispondere a logiche diverse che non possono condividersi e che la scrivente contesta con forza”.
Il sindaco chiede che il Piano “venga immediatamente modificato, mantenendo la funzionalità in sicurezza di tutti i reparti del Presidio Ospedaliero Giovanni Paolo II di Sciacca ed individuando altra struttura da destinare in via esclusiva alla degenza ordinaria dei pazienti Covid-19”.
Appare evidente come Sciacca subisca una scelta con metodo cinese (non quello sanitario, ma quello di un solo uomo al comando); scelta che la usa come cuscinetto, come zona di “riserva” ove confinare le scelte di una politica che non la considera proprio. A proposito di politica, dove sono finiti i parlamentari del nostro territorio. Eppure, uno detiene una vasta esperienza nel campo di pronto soccorso e dovrebbe urlare più degli altri nella consapevolezza della materia e degli errori compiuti al Nord d’Italia.