SABELLA: “NO A REPARTI COVID 19 AL GIOVANNI PAOLO II, IL SINDACO VIGILI SU SCELTE INSENSATE”
Il consigliere comunale Alberto Sabella avverte la preoccupazione per “per le notizie frammentarie che ci giungono in ordine alla creazione di un Covid Hospital in provincia di Agrigento”. La preoccupazione di Sabella è alimentata anche dalle recenti dichiarazioni rilasciate dal deputato regionale Carmelo Pullara. Non ci sta, perché verrebbe sacrificata la scelta più sensata, quella “di identificare strutture ospedaliere ad hoc da potere destinare in via esclusiva al trattamento dei pazienti Covid”.
Per Sabella, il Fratelli Parlapiano di Ribera è la strada da perseguire, trattandosi di un ospedale “ idoneo in tal senso, con la dotazione di impianti adeguati, utilizzabili per la terapia intensiva rianimatoria, e con personale specializzato”.
La preoccupazione di Alberto Sabella risiede nell’esperienza errata fatta in alcuni ospedali della Lombardia, “dove molti ospedali non attrezzati per la virologia sono diventati essi stessi centri di contagio”. La commistione di reparti Covid 19 “con altri reparti all’interno di una stessa struttura ospedaliera, farebbe emergere gravissimi rischi”.
“Se l’orientamento fosse quello di distribuire i posti letto tra tutti gli ospedali dell’Asp, risulterebbe complicato comprendere l’oggettivo sbilanciamento dei numeri che ne viene fuori. Un reparto per contagiati da Covid-19 con ben 18 posti letto all’ospedale di Sciacca, snaturerebbe in maniera preoccupante il ruolo del “Giovanni Paolo II” quale presidio di riferimento di un intero territorio, con uno sbilanciamento oltremisura esagerato su questo versante, mentre sul versante orientale (Licata e Canicattì) i posti letto si conterebbero sulle dita di una mano”, evidenzia Sabella.
“Non possiamo accettare una soluzione del genere”, chiosa Sabella e chiede al sindaco Francesca Valenti, “di vigilare sulle procedure che si stanno seguendo e sulle scelte che verranno assunte , per tranquillizzare quanti lavorano in prima linea e tutti noi cittadini che siamo sempre più confusi e preoccupati e pretendiamo che venga presa la scelta più giusta”.