CORONAVIRUS, NON SIAMO PIU’ DISPOSTI A SUBIRE IL SILENZIO DELL’OSPEDALE E DELL’ASP
Noi giornalisti abbiamo il dovere di informare correttamente la gente. Correttamente e con certezza. Grazie alla disponibilità del Prefetto di Agrigento, con il rappresentante territoriale del Governo teniamo una videoconferenza quotidiana per l’aggiornamento sulla situazione relativa all’emergenza coronavirus. Ma le notizie risalgono sempre alle ore 17 del giorno prima.
Ma dobbiamo denunciare il silenzio dell’Asp, ma anche degli Ospedali civili riuniti di Sciacca e Ribera. Le fonti accreditate, per ultimo anche con decreto dell’assessore regionale alla Salute, continuano a centellinare notizie come se fosse metallo prezioso come l’oro.
Non possiamo tollerare il silenzio che, di fatto, imbavaglia i diritto di cronaca sancito dalla Costituzione alla stampa. E allora dobbiamo cogliere indiscrezioni, una delle quali riferisce di un presunto paziente saccense che sarebbe già risultato positivo al Coronavirus e tuttora ricoverato proprio in Medicina. Anzi, sono due i ricoverati provenienti da Canicattì, una “imposizione” dell’Asp contro il parere contrario dei dirigenti medici di Sciacca. Di fatto sono ripresi i ricoveri che erano stati bloccati. Ed oggi spunta dal nulla anche la voce che il reparto sarebbe diventato riferimento Covid 19. Ma non doveva esserlo anche l’ospedale di Ribera ?
Paziente che, almeno da indiscrezioni, sarebbe stato preso in carico da un personale sanitario in servizio piuttosto preoccupato di potere venire contagiato.
Il silenzio riguarda anche il numero dei tamponi effettuati in ospedale dopo il primo blocco di 250, e sui riscontri circa il loro esito. Il commissario ad acta aveva annunciato tamponi per tutti i sanitari, ma ad oggi non risulta siano stati fati.
È evidente, così, che potrebbero già essere più dei 45 certificati (tra cui 18 a Sciacca e 6 a Ribera) i casi di persone risultate positive al Coronavirus, in un bilancio generale nel quale pesano come macigni già quattro morti.
Noi del Corrieredisciacca.it non ci stiamo, come del resto anche i colleghi di Tele Radio Sciacca e Tele Monte Kronio.
Filippo Cardinale