CORONAVIRUS, IN SICILIA IL CONTAGIO RALLENTA PIU’ CHE NEL RESTO DEL SUD GRAZIE ALLE RIGIDE RESTRIZIONI

Bisogna combattere con l’unica arma che abbiamo: l’isolamento sociale. Stare a casa e osservare scrupolosamente le prescrizioni, ma anche le misure igieniche, serve a combattere la diffusione del contagio. E in Sicilia, grazie alle prescrizioni rigide, amplificate dalle ordinanze del Presidente della Regione, il contagio sta rallentando in maggiore che nel resto del Sud.

Dunque, distanziamento sociale e clausura domestica sembrano dare dei frutti. E allora bisogna insistere nel rispetto delle regole imposte, per quanto restrittive.

Il dato sulla riduzione della velocità di diffusione del Covid-19 emerge da un modello statistico messo a punto da un gruppo di ricercatori del dipartimento di Scienze economiche e statistiche dell’università di Palermo.

Dallo studio, basato sui numeri dei contagiati forniti quotidianamente dalla Protezione civile, viene fuori che nell’Isola, se tra il 24 febbraio ed il 12 marzo il numero dei malati raddoppiava ogni 2,7 giorni, in quello successivo, cioè tra il 12 ed il 19, il raddoppio è avvenuto invece ogni 4,5 giorni. Più tempo passa perché i numeri si moltiplichino per due e più si riesce ad evitare un collasso delle strutture sanitarie, inadeguate per gestire un contagio di massa.

Il trend della Sicilia è peraltro migliore rispetto a quello del resto del Meridione, dove tra il 24 febbraio e l’8 marzo, il raddoppio dei casi positivi al Coronavirus avveniva ogni 2,2 giorni, mentre tra l’8 ed il 19 è avvenuto ogni 3,7 giorni. In base alle rilevazioni di ieri, se si guarda all’intero Paese, inoltre, il raddoppio è avvenuto ogni 5,5 giorni (succedeva ogni 2,1 tra il 24 febbraio ed il primo marzo).

E’ possibile consultare l’andamento delle curve (in Sicilia, in Italia, al Sud ed anche in Sardegna) sul sito (Univesità di Palermo) dove i dati vengono aggiornati quotidianamente dal 24 febbraio. Si noterà che i periodi presi in considerazione per le varie aree mutano, ma è perché in ogni zona vengono registrate le variazioni della tendenza. In Sicilia se ne è avuta una significativa il 12 marzo, mentre nel Paese ce ne sono già state quattro.

Il team dell’ateneo che ha messo appunto il modello è composto dai professori Andrea Consiglio e Vito Muggeo, dai dottori Gianluca Sottile, Vincenzo Giuseppe Genova e Giorgio Bertolazzi, nonché dal professore Mariano Porcu dell’università di Cagliari.

I prossimi 10 giorni saranno importanti per comprendere meglio gli effetti causati dal rientro in Sicilia dal nord delle oltre 30.000 persone, registrate secondo le procedure.