ASSOLUZIONE DI MANNINO, LA PROCURA GENERALE RICORRE IN CASSAZIONE

20100929 - ROMA - POL - GOVERNO : VOTO ALLA FIDUCIA. Calogero Mannino in Piazza Montecitorio a termine del dibattito politico alla Camera. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

Non c’è pace per Lillo Mannino. Dopo le due assoluzioni nel processo sulla trattativa Stato-Mafia, dovrà tornare in
Cassazione per la terza volta. La Procura generale di Palermo ha infatti impugnato l’assoluzione dell’ex ministro democristiano nel giudizio sulla Trattativa Stato-mafia.

La Cassazione, con la decisione della Procura Generale di impugnare la sentenza di assoluzione della Corte d’appello del capoluogo siciliano, dovrà pronunciarsi se sia conforme alla legge. I pg Giuseppe Fici e Sergio Barbiera hanno puntato tutto sul diritto, per cercare di ribattere a una decisione che ha sostanzialmente smontato la tesi dei presunti accordi  tra esponenti di Cosa nostra e pezzi delle Istituzioni, nel periodo delle stragi del ‘92-‘93.

Mannino era stato giudicato da solo, in abbreviato, ed era stato scagionato sia in primo grado, dal Gup Marina Petruzzella, il 4 novembre
2015, che in secondo, il 22 luglio 2019. In 1.053 pagine, depositate il mese scorso, il collegio presieduto da Adriana Piras, a latere Massimo
Corleo e la relatrice Maria Elena Gamberini, aveva contraddetto in pieno le tesi accusatorie. Che invece, nel processo principale, celebrato col rito ordinario contro altri otto imputati, erano state accolte quasi integralmente dalla seconda sezione della Corte d’assise palermitana,
presieduta da Alfredo Montalto.

La sentenza Mannino rappresenta dunque un problema enorme, per l’accusa, nel dibattimento oggi in corso in assise d’appello, proprio
perché contraddice l’altra decisione.