RIFIUTI, AUMENTI IN VISTA PER I CITTADINI. CONFERIMENTO FINO A 166 EURO A TONNELLATA
Non c’è pace per il cittadino, tartassato e supertartassato. I rifiuti sono diventati un incubo (come l’acqua) e mentre il cittadino mette impegno a far salire la raccolta differenziata, immaginando un abbattimento dei costi, ma anche per un migliore rispetto per l’ambiente, chi ha competenza in materia di raccolta dei rifiuti aumenta la tariffa in considerazione dell’aumento dei costi.
Oggi pomeriggio è indetta la convocazione del Consiglio di Gestione della Sogeir Gestione Impianti (presieduto dall’ingegnere Giuseppe Liotta) per discutere sull’aumento della tariffa per lo smaltimento dei rifiuti.
In buona sostanza, una sorta di atto dovuto a causa della chiusura della discarica di Sciacca in contrada Saraceno Salinella. La chiusura comporta, anzi impone, il conferimento dei sovvalli (Materiale di scarto originato dal trattamento dei rifiuti che è soggetto a processi di smaltimento in discarica e non negli impianti di compostaggio) non più nella discarica di Sciacca ma in quella di Cozzo Vuturo in provincia di Enna. Lì andranno i sovvalli prodotti dai rifiuti i 17 Comuni che fanno parte dell’Ato Ag 1 (Sciacca, Menfi, Santa Margherita Belìce, Calamonaci, Ribera, Villafranca Sicula, Lucca Sicula, Burgio, Sambuca di Sicilia,Montevago, Cattolica Eraclea, Caltabellotta, Bivona, Santo Stefano di Quisquina, Cianciana).
Dunque, tutto ciò genera dei costi maggiori dovuti al costo di carburante dei mezzi e del prezzo di conferimento nella discarica ennese.
Il Comitato di Gestione della Sogeir Gestione Impianti ha già elaborato la nuova tabella dei costi con la tariffa che sale a 166 euro a tonnellata, contro gli attuali 115. E pensare che fino allo scorso anno conferire l’umido nell’impianto di compostaggio di Sciacca, sempre della Sogeir Gestione Impianti, costava 70 euro a tonnellata.
Il costo complessivo annuale passerebbe da euro 1.2 milioni per 11.000 tonnellate a euro 1.7 milioni. Ciò significa un sensibile aumento della stessa TARI che inciderà sulle tasche dei contribuenti. Attualmente, i costi di gestione dell’impianto di Santa Maria si aggirano sul milione e duecentomila euro all’anno, per un ammasso di umido di circa 11.000 tonnellate.
La gente è sempre più esasperata e anziché ricevere ribassi sulla bolletta, a cause dei decantati entusiasmi dei sindaci che pomposamente annunciano percentuali di differenziata di livelli europei, si vedono recapitate bollette sempre più salate.
Filippo Cardinale