CARNEVALE TRA TICKET, SATIRA E DENUNCIA
“Il carrista dove lo metto ?” La nuova vignetta satirica di Francesco Recca apre pubblicamente un tema di cui in questi giorni non si parla alla luce del sole, ma sul quale i veri protagonista della manifestazione mentre realizzano le magnifiche opere in cartapesta stanno facendo delle riflessioni.
Recca denuncia la partecipazione del carrista che forse viene trascurata nella bagarre del ticket d’ingresso. Se è vero che il privato sostituisce il Comune che non è in grado su ogni campo di organizzare e dare ulteriore visibilità all’evento saccense, se è vero che ci si sta affidando ad un’azienda imprenditoriale che ha dimostrato con altre manifestazioni di avere capacità tecnico organizzative, è anche vero che ogni passaggio trascura forse il ruolo di chi veramente fa la festa, ovvero il costruttore di carri allegorici, l’artigiano, animato da passione smisurata che in alcuni casi non tiene conto delle esigenze finanziarie.
Colui che ha cariche istituzionali ed ha programmato i dettagli dell’avviso ed il rapporto con il privato, così come chi ha avuto affidata la gestione, non avrebbe tenuto conto del ruolo fondamentale del carrista, miseramente trascurato e trattato come ultima ruota del… carro inteso in senso metaforico.
“Io ci sono dentro da anni al carnevale – dice Recca nel commentare la sua vignetta-denuncia – conosco bene il lavoro del carrista e l’amore che nutre per una festa che considera propria. Il ticket si doveva organizzare il prossimo anno, nell’edizione del 2021, si doveva fare in modo che con i proventi e con una collaborazione delle attività commerciali si potesse finanziare i carri e allo stesso modo trarre profitto per l’imprenditore che affronta il rischio di questa organizzazione”.
“I ragazzi impegnati nei garage durante la costruzione danno l’anima – aggiunge Recca, che ricordiamo nella sua veste di artista che si occupa di modellazione e decorazione dei carri e che ha vinto tante edizioni, conosce l’ambiente ormai da 40 anni – fanno grandi sacrifici per fare in modo che il carro possa sfilare nel miglior modo possibile. Molti lo fanno senza chiedere un centesimo, solo per la voglia di socializzare, mangiare assieme e divertirsi in compagnia. Sono loro l’anima del carnevale. Ed il carrista con tantissimi rischi ci mette la faccia e spesso ne paga le conseguenze. L’imprenditore che sta organizzando la festa e che la organizzerà pure il prossimo anno, rischia di non avere più in futuro la disponibilità dei veri protagonisti della manifestazione se non comincia a dialogare anche con loro”.