IL “FAVORE” DI MONTALBANO: PER LE OPPOSIZIONI UNA NUOVA MOZIONE PIU’ “COINVOLGENTE”
La seduta comunale di ieri sera si caratterizza per due sostanziali fatti. Il primo è un “abuso d’ufficio” che le opposizioni stanno per rilevare con una epistola agli organi competenti, quali il Prefetto di Agrigento e l’assessorato regionale alle Autonomie Locali. Il non aver concesso la parola al consigliere Calogero Filippo Bono, all’inizio della seduta, per le opposizioni rappresenta “una violazione grave” che mina profondamente “lo svolgimento democratico del Consiglio comunale”.
Il secondo fatto è quello derivante dalla eventuale mozione di sfiducia “caducata” a causa delle due sedute consiliari andate deserte, motivo per cui la mozione di sfiducia sarebbe da considerare decaduta.
Tale fatto prende spunto da una risposta del Dipartimento per gli Affari interni e Territoriali ad un quesito posto nel 2004 da un sindaco in fase di sfiducia. Fu trasmesso un quesito posto da un Comune, relativo all’applicazione dell’istituto della mozione di sfiducia di cui all’art. 52 del T.U.E.L. n. 267/2000. https://dait.interno.gov.it/pareri/12763
In particolare, è stato chiesto di conoscere quali conseguenze debbano rapportarsi alla circostanza che la seduta finalizzata alla discussione della mozione di sfiducia sottoscritta dal prescritto quorum di consiglieri (pari ad ‘almeno due quinti dei consiglieri assegnati’) è andata deserta.
A parere della scrivente, nel condividere l’avviso formulato dall’interessato sindaco, la mozione, nella fattispecie considerata, può reputarsi caducata, considerato che il legislatore statale ha, nel delineare l’istituto in questione, previsto espressamente un quorum minimo di voti favorevoli per l’approvazione della mozione, pari alla maggioranza assoluta dei componenti il consiglio statuendo, con ciò, una coincidenza fra quorum strutturale e quorum funzionale. Essendosi verificate le condizioni affinché la seduta potesse essere dichiarata deserta, non vi è dubbio che la discussione della mozione potrebbe prospettarsi soltanto con l’ipotetica presentazione di una nuova mozione di sfiducia da parte degli interessati consiglieri comunali.
La questione sorta ieri sera produrrebbe l’anzidetta circostanza. Ma è una cosiddetta “vittoria di Pirro”. Il doppio errore commesso ieri sera dal presidente del Consiglio comunale Pasquale Montalbano paradossalmente rafforzerebbe il contenuto della nuova mozione di sfiducia che le opposizioni potrebbero ripresentare già oggi stesso. Al di là del fatto che “l’abuso di ufficio” rilevato dalle opposizioni avrà seguito, la nuova mozione di sfiducia conterrebbe, senza dubbio, due elementi di novità. Da un lato, nella mozione si aggiungerebbero motivazioni richieste da chi non ha firmato la mozione, quindi un’operazione sommatoria. Dall’altro, dalla mozione “decaduta” verrebbero sottratti alcune motivazioni che altri non firmatari non avrebbero gradito. Operazione di sottrazione. Insomma, con la ripresentazione di una nuova mozione, si avrebbe l’effetto più coinvolgente e già la cifra dei firmatari potrebbe essere maggiore rispetto alla decina della prima.
Ecco perché le opposizioni avrebbero l’interesse a ripresentare subito una nuova mozione di sfiducia “riveduta e corretta” anziché ricorrere al cavillo di giustizia amministrativa, la quale giustizia, si sa, ha tempi da lumaca.
Filippo Cardinale