MOZIONE DI SFIDUCIA E STRATEGIA DEL TERRORE. DI TUTTO E DI PIU’ IN QUESTE ORE CRUCIALI

La mozione di sfiducia da presentare alla presidenza del Consiglio comunale sostanzialmente è pronta. Stesa secondo i crismi previsti dalla normativa. Dovrebbe essere protocollata il prossimo lunedì e il fine settimana sarà intenso di riunioni tra le varie opposizioni. E non solo. Se è noto a tutti, ormai, che per presentare la mozione bastano la firma di 10 consiglieri comunali, cifra che non crea problemi a raggiungerla, per essere approvata dall’aula consiliare ha bisogno di 15 voti.

Intanto, vi è un passaggio. Dalla pura ipotesi della mozione di sfiducia e dalla certezza che i voti a favore si fermassero al massimo a 12, oggi quella ipotesi sta per trasformarsi in atto politico da discutere in aula consiliare. Fino ad oggi non vi è novità rispetto a quanto abbiamo scritto nei giorni scorsi. Il messaggio di Italia Viva continua ad essere chiaro. In buona sostanza, i tre consiglieri comunali non firmeranno la presentazione della mozione, ma parteciperanno al dibattito in modo determinato e determinante. I cusumaniani erano in maggioranza, hanno vinto le elezioni, e la logica politica vuole che oggi, a distanza di poco dalla fuoriuscita della maggioranza, evitino di firmare la mozione in questione. Ma cosa diversa è il dibattito politico. In aula, i tre consiglieri messi nel sottoscala dal sindaco non avranno più vincoli procedurali e daranno sfogo alle requisitorie che in parte sono state abbondantemente rese pubbliche in varie dichiarazioni.

La novità sta nel fatto che ciò che prima non era raggiungibile, oggi, invece, è matematicamente alla portata di mano. La mozione di sfiducia potrebbe essere approvata con 15 voti. Forse, addirittura 16.

I “passaggi” consumati in questi giorni e il weekend decisivo fitto di riunioni di messa a punto, consegneranno alla città una realtà politica numerica capovolta rispetto a qualche mese fa. E la certezza che la mozione di sfiducia possa produrre gli effetti e rimandare gli elettori alle urne due anni e mezzo prima della scadenza si fa sempre più consistente.

Tanto è vero che sono iniziate diverse strategie “della tensione”. Dapprima il consigliere Alberto Sabella dichiara e auspica che il sindaco possa ricomporre la frattura con Italia Viva. In queste ore, invece, gira la voce di un incontro, precisamente ieri a San Michele, tra Nuccio Cusumano, Gianluca Guardino e Michele Catanzaro. Una voce mirata alla possibilità di aprire, a poche ore dalla presentazione della mozione di sfiducia, uno spiraglio di pacificazione. Peccato, però, che chi ha diffuso tale “visione”, non era a conoscenza che proprio ieri sia Cusumano che Guardino erano fuori Sicilia.

La frattura tra Italia Viva, il sindaco e Michele Catanzaro, è così scomposta che è difficile anche la magia di una ingessatura.

Sono ore frenetiche, decisive, nelle quali si decide se il treno è giunto alla fermata facendo scendere i passeggeri. Ma sono anche ore in cui le “strategie della tensione” vengono alimentate da chi comincia a percepire che la mozione di sfiducia non è più un’ipotesi.

Filippo Cardinale