MY ETHANOL, DOPO LA TEMPESTA…LA QUIETE. CALATO IL SILENZIO

Vi ricordate la vicenda della My Ethanol? Vi ricordate quanti tecnicismi nuovi, almeno nella terminologia, sono entrati nella nostra mente, quali biometano, biodigestore? Vi ricordate il rumore che ha fatto la vicenda relativa all’ampliamento dell’impianto di contrada Scunchipani di proprietà del gruppo industriale Moncada Energy?

Se ricordate tutto questo, allora un interrogativo che, certamente, vi sarete posto è: ma che fine ha fatto la vicenda? La primavera è passata puntando i riflettori sulla vicenda, anche l’estate. Ambedue le stagioni sono alle spalle. Siamo in autunno. Eppure, è insorto il Comitato Scunchipani, si è celebrato un Consiglio comunale aperto, abbiamo ascoltato il sindaco pubblicamente affermare che “mai avrebbe permesso la realizzazione di un impianto inquinante l’ambiente, con effetti negativi sulle produzioni agricole di eccellenza della zona”.

Lo stesso sindaco affidò l’incarico ad una affermata professionista per stilare relazioni che evidenziassero come il progetto presentato dalla My Ethanol contenesse una modifica sostanziale rispetto all’impianto esistente. Motivazioni mirate a dimostrare che il progetto avrebbe dovuto seguire una procedura per il rilascio delle autorizzazioni e che avrebbe dovuto passasse per la valutazione di impatto ambientale.

Il sindaco prese netta posizione a favore della tutela della contrada Scunchipani e del territorio saccense vocato al turismo. Anche la politica, quella eletta all’ARS, prese posizione. Né il sindaco, né la politica, ha profferito più parola. In verità, anche sul Comitato Scunchipani è calato il silenzio, pur affidandosi alle relazioni di due professionisti, un ingegnere e un avvocato.

Si ottenne il risultato, in verità, che l’ex Provincia (che ha rilasciato le autorizzazioni, anche con il visto dell’Ufficio tecnico del Comune di Sciacca) scrivesse all’UTA per rivedere il progetto e verificare le procedure adottate, con lo scopo di comprendere se si trattava di una modifica sostanziale o non sostanziale.

Doveva essere una procedura “spinta” sulla velocità. Ma si sa, la burocrazia non è un circuito di Formula 1, rallenta fino allo spasimo ogni aspirazione “veloce”. Costringe a marciare con la prima, se non riparare ai box.

Nel frattempo, avendo le autorizzazioni alla mano, la My Ethanol prosegue con i lavori. Alla fine, rimane la curiosità: si è tratta di una modifica non sostanziale? Allora, si giustifica il silenzio calato. E forse, anche la fine di un incubo, quello di risarcire con ingente somma a spese dei contribuenti saccensi i danni alla My Ethanol.

Filippo Cardinale