STIDDA, 500 UOMINI ARMATI A SCATENARE GUERRA DI MAFIA. MAX BLITZ, 70 ARRESTI

Una maxioperazione della Guardia di Finanza e della Polizia in diverse province d’Italia che ha portato a una settantina di arresti e sequestri per 35 milioni è in corso da alcune ore. Ad accertare l’operatività di una cosca mafiosa di matrice stiddara, con quartier generale a Brescia, che ha pesantemente inquinato diversi settori economici attraverso la commercializzazione di crediti d’imposta fittizi per decine di milioni di euro è stata la Procura della Repubblica di Brescia, Direzione Distrettuale Antimafia.

Cinquecento uomini armati erano pronti a scatenare una nuova guerra di mafia. Lo ha accertato la Polizia nell’ambito dell’indagine contro la Stidda di Gela che ha portato questa mattina a decine di arresti.
Ascoltando centinaia di ore di intercettazioni, gli investigatori hanno accertato che la cosca aveva una potenzialità «militare» costituita, appunto, da 500 persone.

«Cinquecento leoni», come si chiamavano tra di loro durante le telefonate intercettate, che erano pronti ad entrare in azione al primo cenno dei capi. I poliziotti hanno anche ripreso diverse spedizioni punitive alle quali gli stiddari si presentavano armati, danneggiamenti e incendi ai danni di chi si opponeva al potere del clan.

In carcere sono finiti capi, gregari e semplici affiliati della cosca dei Di Giacomo. Secondo gli investigatori, negli ultimi anni il clan avrebbe preso con la violenza e le estorsioni il controllo su buona parte del territorio, gestendo il traffico di droga, infiltrando l’economia legale con imprese di comodo e imponendo i prodotti delle proprie aziende ai commercianti.

Le indagini della Polizia hanno portato alla luce diverse spedizioni punitive compiute dagli “stiddari” e consentito di ricostruire decine di estorsioni nei confronti di quei commercianti e quegli imprenditori che non volevano sottomettersi al volere del clan e che hanno trovato il coraggio di denunciare.

Dalla Questura di Caltanissetta rendono noto che “sono finiti in carcere: Di Giacomo Bruno, inteso “Marlon Brando”, gelese di 44 anni; Di Giacomo Giovanni, gelese di 47 anni, già detenuto; Antonuccio Giuseppe Alessandro, gelese di 39 anni, già agli arresti domiciliari; Antonuccio Giuseppe inteso “Pallina”, gelese di 33 anni; Ajdini Mirjan inteso “Emiliano o Puci”, albanese di 32 anni, già agli arresti domiciliari; D’Antoni Luigi, gelese di 54 anni; Di Giacomo Vincenzo, gelese di 52 anni, già detenuto in una casa di lavoro; Di Giacomo Rocco, gelese di 63 anni; Di Maggio Vincenzo, gelese di 30 anni; Giaquinta Giuseppe, gelese di 28 anni; Guzzardi Luciano, catanese di 55 anni; Lauretta Emanuele, gelese di 35 anni, già detenuto; Lauretta Emanuele, gelese di 41 anni; Marchese Rosario, calatino da sempre vissuto a Gela di 33 anni, già detenuto; Marino Gaetano, gelese di 35 anni; Nastasi Giuseppe, gelese di 35 anni; Palena Nicola, gelese di 37 anni, già detenuto; Parisi Gianluca, gelese di 36 anni; Pennata Alessandro Emanuele, gelese di 36 anni; Portelli Paolo Franco, gelese di 20 anni; Romano Andrea, gelese di 25 anni; Scerra Filippo, gelese di 44 anni; Scilio Alessandro, gelese di 39 anni; Tomaselli Massimiliano inteso “Emiliano”, gelese di 38 anni; Traina Giovanni, palermitano di 44 anni, trapiantato a Gela; Truculento Giuseppe, gelese di 51 anni.

Sono stati posti agli arresti domiciliari: Cammalleri Samuele Antonio, gelese di 32 anni; D’Antoni Giuseppe, gelese di 30 anni; Cosca Laura, gelese di 25 anni; Famà Aleandro, inteso Scarabeo, gelese di 23 anni; Peritore Benito, gelese di 43 anni, già detenuto; Infurna Calogero Daniele, gelese di 36 anni; Vella Giuseppe, palermitano trapiantato a Licata di 66 anni. Sono attivamente ricercati Antonuccio Salvatore inteso “orecchie di plastica”, gelese di 42 anni e Simone Gaetano, gelese di 48 anni”.

L’ordinanza è stata eseguita dai poliziotti del Servizio centrale operativo della polizia, della Squadra mobile di Caltanissetta e del commissariato di Gela, con l’ausilio del reparto Prevenzione crimine e di unità cinofile di Palermo e Catania e delle Squadre mobili di Catania, Siracusa, Chieti, L’Aquila, Brescia e Cosenza.

“Il gip del tribunale di Caltanissetta ha disposto, inoltre, il sequestro preventivo di alcune aziende, il cui valore – rendono noto dalla Questura di Caltanissetta – è ancora in fase di accertamento: dell’intero capitale sociale e del compendio aziendale della Cartaplastic srls, con sede legale a Gela, operante nell’ambito del commercio di saponi e detersivi e ingrosso di altri prodotti nel settore alimentare, con intestazione a Cosca Laura quale titolare delle quote; dell’intero capitale sociale e del compendio aziendale della Sweet Plastic srls, con sede legale a Gela, operante nell’ambito del commercio di saponi e detersivi e ingrosso di altri prodotti nel settore non alimentare, con intestazione a Cosca Laura quale titolare delle quote; dell’intero capitale sociale e del compendio aziendale della Malibu’ Indoor srls, con sede in Gela, che si occupa d’intrattenimento all’interno della discoteca Malibù di Gela, con intestazione di parte delle quote a D’Antoni Giuseppe”.

L’indagine denominata “Stella Cadente” dimostra l’esistenza e operatività dell’associazione mafiosa della Stidda nel territorio di Gela, associazione armata di spiccata pericolosità sociale. Emblematiche in questo senso risultano le intercettazioni in cui Di Giacomo Vincenzo affermava che, qualora si fosse profilata l’ipotesi di fronteggiare il clan rivale di Cosa Nostra, la Stidda poteva disporre di “500 leoni”, ossia di 500 uomini armati che avrebbero potuto scatenare l’ennesima guerra di mafia.

L’indagine ha avuto inizio nel 2014.