RIFIUTI, IN SICILIA PASSI AVANTI: DIFFERENZIATA AL 39%.

Finalmente qualcosa cambia in Sicilia nella percentuale di raccolta differenziata in Sicilia. Nei primi quattro mesi del 2019 la media regionale si è attestata sul 39,05 per cento con il picco di aprile quando ha toccato quota 39,5. I dati sono stati raccolti dal dipartimento regionale Acqua e rifiuti sulla base delle comunicazioni periodiche dei Comuni.

La Sicilia, con il governo Musumeci,  ha così ottenuto un sensibile aumento di ben 17 punti percentuali in un anno e mezzo di lavoro grazie anche ad un’azione di pressing sugli enti locali, “ma anche a una grande disponibilità e collaborazione”.

Una cifra, quella raggiunta, nonostante sequestri, guasti e problemi finanziari abbiano bloccato il funzionamento di diversi impianti che trattano l’umido, la parte più consistente della differenziata. Un Comune su tre ha già raggiunto la soglia richiesta dall’Europa del 65 per cento, mentre una quarantina di enti locali è a ridosso dell’obiettivo richiesto. C’è poi un’ampia fetta di Comuni con trend in crescita e raccolta differenziata sopra il 50 per cento: in pratica, nel complesso la metà dei Comuni siciliani è promossa a pieni voti.

«E’ veramente motivo di legittima soddisfazione – evidenzia il presidente della Regione Nello Musumeci – verificare che la percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti in Sicilia cresce di mese in mese. Constatare che, in poco più di un anno e mezzo, abbiamo quasi raddoppiato lo scarsissimo dato del venti per cento, trovato al nostro insediamento, è la conferma che il percorso avviato dal mio governo, con la collaborazione di amministratori locali e cittadini, è quello giusto. Per questo voglio ringraziare tutti coloro che con determinazione e tenacia si sono impegnati in una vera e propria battaglia di civiltà. Anche se siamo ancora lontani dal minimo del 65 per cento stabilito dalla legge, sono fiducioso che continuando così, con questo ritmo, entro qualche anno non avremo più nulla da invidiare alle altre Regioni italiane. Per riuscirci, però, serve lo sforzo congiunto di tutti».

L’obiettivo del 35 per cento che il governo Musumeci si era imposto nella sua tabella di marcia è ampiamente superato.

L’assessore regionale all’Energia e servizi di pubblica utilità, Alberto Pierobon, spiega che «il percorso intrapreso è ormai chiaro e nei prossimi mesi dovrebbe vedere la situazione normalizzarsi. La raccolta differenziata è in continua crescita e stiamo accompagnando Comuni e ambiti territoriali nella definizione dell’impiantistica. Scontiamo ancora crisi locali dovute a guasti e inceppi, ma contiamo il prossimo anno di trovarci di fronte a un quadro che dovrebbe consentire di far fronte a ogni tipo di problema».

È Contessa Entellina il Comune col risultato migliore nel 2019: la piccola località del Palermitano è riuscita a ottenere una media del 92,7 per cento. Seguono Longi (Messina) al 90,5 per cento; Calamonaci (Agrigento) all’89 per cento; San Cipirello (Palermo) all’87,8 per cento; Rometta (Messina) con l’86,7 per cento; Mazzarrone (Catania) 84,5 per cento; Villalba (Caltanissetta) 83,9 per cento; Villafranca Sicula (Agrigento) 83,5 per cento; Montedoro (Caltanissetta) 83,3 per cento; Misilmeri 83,2 per cento. Tra i capoluoghi spicca Agrigento con il 65,6 per cento di differenziata. Tra le Province, invece, al primo posto c’è Ragusa con una media, in questi primi mesi di quest’anno, del 58,1 per cento, seguita dall’Ennese al 55,5 per cento e dal Trapanese al 55,3 per cento. Sono 45 i Comuni che, invece, navigano nei bassifondi della classifica con meno del 30 per cento.

LE CITTA’ METROPOLITANE. Palermo è al 19 per cento in questo primo scorcio del 2019, a Messina la media è del 21,5 per cento, mentre a Catania siamo all’11,5 per cento. Il governo Musumeci sta lavorando per aiutare queste aree che incidono pesantemente sulla media regionale. L’assessore Pierobon ha ricevuto notizie positive dal ministero dell’Ambiente sullo sblocco di 16 milioni di euro per potenziare la raccolta differenziata e ha ricevuto rassicurazioni sulla possibilità che queste somme siano disponibili già a settembre. Si tratta di un vecchio accordo che risale al 2011 e che aveva messo a disposizione queste risorse, di cui però ne è stata spesa solo una minima parte.

«Questa volta – spiega Pierobon – ho chiesto che le somme vengano erogate non a pioggia o per campagne di comunicazione, ma per attività più operative. In sostanza, l’obiettivo è quello di favorire i Comuni con maggiori difficoltà consentendo l’acquisto di isole ecologiche, compattatori e attrezzature utili al servizio».

SITUAZIONE IMPIANTI. Oggi le strutture esistenti riescono a fronteggiare ampiamente il fabbisogno di circa 400 mila tonnellate l’anno di organico da trattare, ma restano alcune criticità su cui il governo lavora senza sosta, spiega una nota della Presidenza della Regione.

Sono presenti 14 impianti di trattamento della frazione umida, 8 privati e 6 pubblici. A seguito di irregolarità accertate a vario titolo da Noe, Arpa, Asp e Province, o di provvedimento giudiziario, abbiamo due impianti fermi da mesi, Sicilfert e Giglione, e altri a ritmo ridotto o che si sono fermati per manutenzione (Raco e Ofelia). Raco ha riaperto il 10 agosto e progressivamente tornerà a regime nel giro di una settimana. Situazione in divenire quella di Sicilfert, in attesa dell’Aia e oggi limitata da alcune prescrizioni dell’Arpa.

Il governo Musumeci ha dato input di finanziare e avviare a realizzazione, in via sostitutiva delle Srr inadempienti, quattro nuovi impianti di trattamento dell’umido in avanzata fase di progettazione. 

In corso anche il tentativo di recuperare somme per riavviare il Polo di Castelvetrano (chiuso a causa del fallimento dell’Ato e prossimo a essere rilevato dai Comuni trapanesi) e per potenziare gli impianti di Sciacca e Castelbuono. In giunta sono stati deliberati negli ultimi mesi oltre 160 milioni di euro per destinarli alla realizzazione di nuovi impianti pubblici, in particolare nella Sicilia orientale che ne risulta maggiormente sfornita.