ACQUA, REQUISITI PER COMUNI “RIBELLI”: PER SCADUTO LA DELIBERA ATI E’ DA ANNULLARE

Il Centro studi Alcide De Gasperi ha chiesto al Presidente ed al Consiglio direttivo dell’Ati idrica di Agrigento l’annullamento in autotutela della deliberazione del Consiglio direttivo dell’Ati (la n. 8 del 22.07.2019) con quale si sono stabilite le direttive per il riconoscimento dei requisiti che devono esistere in capo a quei Comuni che hanno chiesto la prosecuzione delle loro gestioni autonome del servizio idrico.

Il Centro studi, presieduto da Stefano Scaduto, ha rilevato che i requisiti per il riconoscimento e salvaguardia delle gestioni comunali autonome del servizio idrico debbono essere, anche in forza della sentenza n. 93/2017 della Corte costituzionale , quelli tassativamente previsti dall’art. 147, comma 2 bis, del D.Lvo 152/2006.

Per il Centro studi, la contestata deliberazione del Consiglio direttivo, pur richiamando i suddetti requisiti di legge, prevede sorprendentemente “ la possibilità di concedere i requisiti dell’art. 147 con prescrizione e/o condizione per le trasformazioni delle tariffe da forfait a consumo, per l’installazione dei contatori idrometrici
delle utenze, e dell’adeguamento degli impianti di depurazione per i comuni che hanno in corso delle procedure di finanziamento da parte del csd “Patto per il Sud” o “FSC” o comunque altre forme di finanziamento pubblico”. 

Per il presidente del Centro studi, Stefano Scaduto, “con il suddetto criterio non previsto dalla legge, il Consiglio direttivo dell’Ati, si è attribuito una discrezionalità non consentita dalla legge”.  Da qui la richiesta formale dell’annullamento.

Nella medesima istanza, si è chiesto anche che il riconoscimento da parte dell’Ati dei comuni che hanno diritto, in base alla legge, di proseguire le loro gestioni comunali autonome del servizio, “avvenga prima della discussione e decisione da parte dell’Ati di quella dovrà essere la natura giuridica del nuovo ente gestore del servizio idrico nell’ambito comune”.

Una richiesta motivata dal fatto che i Comuni che hanno avuto il riconoscimento della gestione separata, pur facendo parte dell’Ati idrica di Agrigento, “non possono discutere e votare una scelta, che di fatto non riguarderà la vita della loro comunità, avendo essi una gestione separata. Non si può rischiare che a partecipare ad una decisione che riguarda la gestione unitaria del servizio, vi siano comuni che poi ne sarebbero, su loro richiesta estromessi, per continuare a gestire separatamente il servizio”.

Per Scaduto, ” solo i Comuni che dovranno concorrere alla gestione unitaria, potranno scegliere la natura giuridica dell’ente gestore unitario”.