GIRGENTI ACQUE, COMMISSARI: “AUTOMAZIONE AFFIDATA A PROFILI PROFESSIONALI DI LIVELLO MEDIO-BASSO”

Il 22 maggio scorso si è svolta un’assemblea dell’ATI agrigentina alla quale hanno partecipato i due commissari prefettizi Venuti e dell’Aira. E’ stato redatto, ovviamente, un verbale che è stato reso pubblico solo qualche giorno fa. Evviva la trasparenza e la tempestività con cui si gestisce un sito istituzionale.

Nel corso dell’Assemblea dell’Ati sono intervenuti alcuni sindaci sull’ormai noto argomento della forma gestionale che dovrà assumere il servizio idrico agrigentino (Spa o Azienda consortile speciale), ma anche sulla questione ancora non risolta dei 16 Comuni non consegnatari di reti e impianti. Un ritardo incomprensibile che si trincera dietro “difficoltà” nella valutazione dei requisiti dell’articolo 147 del D.Lgs 152/2006. Insomma, sulla questione si procede a rilento con la volontà velata di rimandare il nocciolo della questione. Eppure, la sorte dei 16 Comuni non consegnatari si riverbera sul Piano Industriale da parte dell’ATI anche per stabilire le tariffe in modo consono.

Ma sorvolando sulla questione, dalla lettura del citato verbale alcune affermazioni ci sono apparse di rilievo.

L’AUTOMAZIONE CON PERSONALE CON UN PROFILO DI BASSO LIVELLO. Questo  ulteriore passaggio espresso nell’Assemblea. Pur nascendo alcune reti ed impianti di depurazione con sistemi di automazione, di fatto, risultano sono stati abbandonati o malfunzionanti, poiché la vecchia gestione aveva preferito affidare tali attività operativa a profili professionali di medio/basso livello, rispetto ad una serie di sistemi di automazione che richiedono piuttosto professionalità di profilo più alto che avrebbero consentito che si raggiungessero più vantaggi, quali continuità di servizio, evitando interruzioni nelle distribuzioni idriche; monitoraggio dei flussi e delle pressioni, per rilevare dispersioni nelle reti; pianificazione delle attività di distribuzione e monitoraggio sulle reti.  Per il commissario prefettizio Venuti, occorrerebbe modificare i profili dei dipendenti per individu

GRAVE SITUAZIONE ECONOMICA. Il Commissario prefettizio, ingegnere Venuti, ha rappresentato che gestione commissariale ha trovato l’Azienda in grandi difficoltà finanziarie. Difficoltà che, a suo avviso, risalgono a due cause: 1) l’esecuzione di interventi di natura straordinaria realizzati dalla precedente gestione tramite l’internalizzazione, contravvenendo all’osservanza di procedure ad evidenza pubblica (con previsione di offerte più vantaggiose), che avrebbero prodotto un miglioramento delle opere, rispetto alle offerte presentate in sede di affidamento ex ante del servizio; 2) la sovrastimata capacità di Girgenti Acque di poter incassare i propri crediti (ad esempio nei confronti di utenti i cui crediti venivano stratificati negli anni).

Altri due elementi che hanno generato costi non strettamente necessari è stata la costituzione della Hydortecne s.r.l., partecipata da Girgenti Acque, a cui sono state assegnate una serie di attività che se, a fronte della gara e del contratto iniziale, apparivano giustificate che venissero affidate ad Aziende socie di Girgenti Acque S.p.A, tuttavia non sono state svolte da dipendenti di Girgenti Acque o, come previsto, dalle Consorziate poichè, di fatto, nel tempo non hanno svolto questi servizi. Nel corso degli anni, infatti, è accaduto che un’Azienda è stata interdetta, la capofila Acoset spa che in sede di gara aveva dichiarato le capacità operative si era allontanata dall’attività per mancanza di capacità finanziaria con cui operare, altri soci si sono allontanati per indisponibilità intanto che altri imprenditori sono subentrati nella compagine sociale.

Pertanto una buona parte di servizi, da ritenere obbligatoria e indispensabile, viene ad oggi eseguita dall’Hydortecne srI. (interventi di manutenzione sulle condutture, azioni di recupero crediti, incasso, installazione contatori etc.) da considerarsi tuttavia più onerosa laddove venisse svolta con un’attività internalizzata.

COMUNI NON CONSEGNATARI. Per quanto riguarda il tema dei Comuni consegnatari, il Commissario prefettizio Venuti ribadisce che la maggiore disponibilità delle fonti insistenti sui territori comunali porterà a diminuire potenzialmente l’utilizzo di risorse idriche della società di sovrambito, Siciliacque S.p.A. e, di conseguenza, abbassare il costo dell’acqua all’ingrosso ed un’economicità del servizio. In assemblea Venuti ha chiesto di apprendere  quali saranno i Comuni dell’ATI che aderiranno alla nuova forma di gestione dal momento che questo dato modificherà il processo industriale, il numero dei dipendenti ed il costo dell’acqua all’ingrosso;  quali le fonti di cui si potrà disporre;  quale sarà la forma giuridica del nuovo Soggetto;  quali i tempi per arrivare alla gestione pubblica, manifestando disponibilità ad offrire il supporto di analisi da parte della gestione commissariale, poiché, sottolinea, il limite temporale della durata della gestione commissariale dipenderà dall’ATI alla quale compete individuare altro Soggetto e altra modalità di gestione, ribadendo l’occorrenza che le successive determinazioni vengano adottate con chiarezza e rapidità. 

RICONDURRE AD UNITA’ L’INTERO SISTEMA. Nel corso dell’Assemblea è intervenuto anche il Commissario prefettizio, avvocato Dell’Aira, che rimarca la disastrosa condizione aziendale riscontrata, sia sotto il profilo finanziario che organizzativo. Per Dell’Aira la prima problematicità da superare deriva dal dovere ricondurre ad unità l’intero sistema. Le norme ipotizzano il SII in un contesto più ampio, volto alla salvaguardia dell’ambiente attraverso la corretta funzionalità degli impianti di depurazione e, per il riutilizzo in un ambito diverso dal potabile, della qualità delle acque. 

GESTIONE PRECEDENTE FALLIMENTARE PERCHE’ FUORI DALLE LINEE DI CONDOTTA IMPOSTE DALLA LEGGE. Il Commissario prefettizio Dell’Aira afferma che “l’esperienza passata è risultata fallimentare poiché non sono state osservate le linee di condotta imposte dalla legge. L’eterogeneo raggruppamento di imprese, costituitosi per la composizione di una società di scopo, non ha portato l’Azienda ad esercitare ciascuna delle attività previste nel bando, con la conseguente esigenza di dovere costituire una nuova società alla quale affidare, con contratto di rete, una serie di attività producenti superiori costi.

PERSONALE.L’obiettivo è quello di rivedere la composizione qualitativa del personale garantendo i livelli occupazionali, nell’ottica di consegnare una struttura capace di gestire la corretta realizzazione del fine. Qualunque soggetto si costituirà non potrà trascurare la configurazione organica e di esercizio oggi utilizzata, salvo poi che l’ATI valuti ed adotti un piano industriale che preveda la riduzione del personale”, ha aggiunto Dell’Aira.

Filippo Cardinale