TERME, AMBROSETTI “ROMPE” IL SILENZIO. SVOLTI E RISVOLTI DI UNA VICENDA FARSESCA

Il dottore Alfredo Ambrosetti rompe il silenzio sulla questione delle Terme dopo la chiusura avvenuta 4 anni fa. Lo fa con l’inizio di una collaborazione con la nostra testata nella materia che riguarda le nostre Terme. Una vicenda culminata con la scellerata chiusura delle strutture termali, con la concessione dei beni al Comune e la promessa di un bando che ancora non arriva. Una vicenda nella quale ci sono diverse zone grigie, l’ultima delle quali riguarda anche l’affrettata apertura del Parco sorvolando precise prescrizioni imposte dall’assessore Armano con lettera dello scorso 10 maggio. Prescrizioni che riguardano la sicurezza per i fruitori.

 

Caro Direttore,

l’avvenuta approvazione da parte del Consiglio Comunale del progetto di illuminazione del parco termale, cosa di per sé apprezzabile ancorché slegata da un progetto complessivo sulle Terme che ancora non c’é, è l’occasione che mi spinge a rompere un silenzio che da anni ho imposto a me stesso sulla vicenda di questo enorme patrimonio, per rientrare in un dibattito dal quale, forse per ragioni di impegno professionale, sono stato assente per tanto tempo, sempre che me ne vorrai dare la possibilità.

Nell’ottobre del 2017, ossia due anni or sono, viene stipulato tra l’Assessorato all’Economia ed il Comune di Sciacca un contratto con il quale l’intero complesso immobiliare, eccezion fatta per le strutture di San Calogero – ancora probabilmente non catastate (!) -, è trasferito in concessione a quest’ultimo (art. 2) con l’obbligo di ristrutturazione, restauro, recupero, ecc. (art. 4), per 50 anni (art. 5) e con l’obbligo della custodia (art. 11).

La concessione però non potrà essere operativa senza la acquisizione in consistenza da parte del Comune, come previsto dall’art. 13 del contratto. A distanza di due anni nessuno dei due soggetti si è fatto parte diligente per tale consegna, e, al di là del silenzio della comunità locale e dei suoi rappresentanti, il ritardo, per quello che si dirà più avanti, fa comodo a tutti.

A tutti tranne a qualcuno. Ancora nello scorso mese di luglio il liquidatore della Terme di Sciacca SPA Turriciano, ha rappresentato a tutti i soggetti dell’Amministrazione regionale responsabili dell’incredibile vicenda che la Regione stessa non ha preso in consistenza tutti i beni, come stabilito nell’atto di trasferimento compensativo del settembre 2017.

Riepilogando: il Comune dovrebbe avere trasferiti i beni dalla Regione che però li deve ancora acquisire dalla SPA in liquidazione che ancora formalmente li detiene.

Quindi non appena vengono richieste le chiavi di accesso al parco per la cerimonia di consegna il Liquidatore, non essendo mai stato messo a parte, come lo stesso ha comunicato, del contratto di concessione immobiliare né dell’avvenuta consegna del parco termale al Comune, nega, a mio avviso opportunamente, la consegna delle chiavi, rappresentando tale circostanza ai vari soggetti dell’Amministrazione regionale.

Ma anziché procedere alla definizione del trasferimento, o quanto meno ad informare il liquidatore nominato dalla Regione stessa dell’avvenuta consegna del parco (in questo caso effettuata da un soggetto che ancora non l’aveva ancora acquisito), il liquidatore si prende una reprimenda con la quale il competente ufficio regionale gli comunica, nella sostanza, che non sono affari suoi quello che fa la Regione che non ha nessun obbligo di metterlo a parte delle sue scelte. A quel punto i primi di questo mese il liquidatore procede alla consegna delle chiavi.

Fin qui il fatto, ma ora occorre verificare il resto.

Già a maggio il Comune aveva richiesto la consegna del parco termale, richiesta sulla quale si era favorevolmente pronunciato l’Assessorato all’Economia nello stesso mese ponendo però alcune precise condizioni. E’ il caso di segnalare quali fossero queste condizioni perché l’incidente accaduto alla bambina caduta nel pozzetto denota una certa superficialità nella conduzione: opere di recinzione per precludere gli accessi ai siti non contemplati (per intenderci il Grand Hotel delle Terme nei suoi doppi accessi dal parco e cioè ingresso posteriore e ingresso cucine e lo Stabilimento termale); guardiania h 24; servizi igienici; illuminazione artificiale se prevista apertura ore pomeridiane-serali; servizio antincendio; alimentazione idrica e manutenzione piscine coperta con relativi presidi di legge; ripristino fontana monumentale o in alternativa adeguata recinzione a protezione dell’incolumità pubblica; copertura assicurativa per apertura al pubblico.

Il Comune qualche giorno dopo tale comunicazione nel ringraziare per l’accettazione della proposta l’Assessorato all’Economia assumeva a proprio carico tutti gli oneri e le responsabilità susseguenti. Si presume che tutti gli obblighi stabiliti per la consegna siano stati adempiuti prima della apertura, in ogni caso le responsabilità vi sono tutte.

In chiusura di questo mio primo contributo non posso non tornare sulla vicenda della mancata consegna/acquisizione del complesso, condizione della quale è facile comprendere le ragioni: da un lato il Comune che non formalizzando l’acquisizione non è gravato dagli obblighi fissati dal contratto, dall’altro la Regione che – per quello che l’Ufficio regionale ha riportato nella sua reprimenda – è già titolare del complesso termale, fino alla consegna dovrebbe mantenere tale obbligo e che fino a quel momento dovrebbe comunque garantire un minimo di manutenzione e vigilanza, che però non può fare in considerazione delle limitate risorse finanziarie.

Alfredo Ambrosetti