ODISSEA “OPEN ARMS”, ED A LAMPEDUSA SI PREGA
Questa mattina i 19 minorenni sbarcati dalla Open Arms lasceranno l’hotspot di Lampedusa e verranno trasferiti con il traghetto di linea a Porto Empedocle dove giungeranno in serata. Dal porto verranno poi accompagnati, come sempre avviene per i minorenni, in una struttura protetta. Resteranno invece nell’hotspot gli altri 8 giovani che, una volta sbarcati dalla nave della ong spagnola, si sono dichiarati maggiorenni. Nel centro ci sono al momento 102 i migranti. Se la situazione si dovesse sbloccare, la Francia si è detta disponibile ad accogliere 40 migranti dei 107 migranti a bordo di Open Arms.
La speranza di sbarcare a Lampedusa s’è incrinata quando si è saputo che per gli ispettori sanitari saliti sulla Open Arms, su delega della Procura di Agrigento, le condizioni igienico-sanitarie non costituiscono un’emergenza tale da sgomberare la nave. Anche se la situazione a bordo è terribile, con 107 persone allo stremo e psicologicamente devastate da 17 giorni vissuti sul ponte dello scafo, ammassate l’una sull’altra. La nave spagnola ha poi riferito che per quanto rigua rda l’offerta spagnola non c’è stato un rifiuto, ma vista la situazione di emergenza non è possibile affrontare cinque giorni di mare.
Nel frattempo a Lempedusa Isolani e attivisti, anche ieri sera, si sono ritrovati sul sagrato della chiesa di San Gerlando ed hanno lanciato, per l’ennesima volta, i messaggi: “Free Open Arms” e “Aprite i porti”. Accanto a loro anche alcuni dei 27 giovanissimi sbarcati nella serata di sabato dalla nave della Ong spagnola. E’ da settimane ormai, esattamente per come era successo per il caso della Sea Watch, che la quotidiana serale manifestazione di solidarietà – con tanto di coperte termiche sulle spalle – si svolge nel cuore di Lampedusa, davanti allo sguardo di tantissimi turisti che si soffermano anche per capire.