D & G, NON E’ ANCORA FINITA. STASERA COPPOLE E CARRETTI SICILIANI (fotogallery)

Dopo la serata “sciacchitana” con sfoggio di eleganza e lusso (ma anche con balli e canti in piazza Scandaliato sulle note dei classici della musica italiana) il saluto di Domenico Dolce e Stefano Gabbana alla Sicilia ed ai suoi facoltosi ospiti avverrà stasera al Verdura Resort, la struttura che da una settimana ospita lo staff e gli ospiti internazionali dei due stilisti. 

Tanta cultura e tradizione siciliana stasera nell’ultimo momento agrigentino dei due stilisti. Un momento più privato quello in programma al Verdura Resort, meno formale ma altrettanto coinvolgente. 

E’ prevista una serata tipica all’interno del resort saccense, con sfilata di carretti siciliani guidati da tanti figuranti con coppola e abito tipico isolano. Piatti tipici del menù siciliano e poi ancora fuochi d’artificio dalla Torre del Verdura.

I due stilisti oggi sulle pagine de “La Sicilia” hanno ringraziato tutti dell’accoglienza.

La Sicilia è il nostro luogo del cuore. Rappresenta l’inizio di tutto, una fonte di ispirazione immensa a cui torniamo costantemente e da cui partono molti dei nostri progetti. Le sue tradizioni, i colori, la passionalità delle persone, i paesaggi e gli scorci meravigliosi, così come la sua storia… non smetteremo mai di raccontare tutto questo attraverso le nostre creazioni. Il sogno dell’Alta Moda è iniziato proprio in Sicilia, a Taormina, dove abbiamo presentato la nostra prima collezione nel 2012; sono seguite altre splendide località italiane – Capri, Portofino, Venezia, Napoli, Palermo, Como. Quest’a nno abbiamo scelto Agrigento e la sua splendida Valle dei Templi per la sfilata dell’Alta Moda, Palma di Montechiaro e Sciacca per l’Alta Gioielleria e l’Alta Sartoria. La Sicilia torna sempre. Per noi essere qui è un onore e una gioia. Siamo felici che i nostri clienti e amici possano vivere l’esperienza dell’Alta Moda in un luogo tra i più belli al mondo, condividendo il nostro amore per la moda, l’artigianalità e il territorio”.

Giuseppe Recca