ACQUA, CENTRODESTRA: “SI ALLA GESTIONE PUBBLICA MA CON TUTTI I 43 COMUNI”

Otto consiglieri comunali de centrodestra Calogero Filippo Bono, Pasquale Bentivegna, Silvio Caracappa, Gaetano Cognata, Lorenzo Maglienti, Giuseppe Milioti, Salvatore Monte e Carmela Santangelo, intervengono sulla scelta della forma giuridica che deve assumere il nuovo gestore del servizio idrico agrigentino.

Come è noto,  il sindaco di Sciacca, nonché presidente della Assemblea Territoriale Idrica, ha annunciato che la scelta è orientata sulla  società per azioni e non sull’azienda consortile speciale.  “Il passaggio che stiamo affrontando è cruciale, sbagliare scelta adesso potrebbe significare piangerne le conseguenze negli anni avvenire”, sostengono gli otto consiglieri aggiungendo che “le valutazioni debbano essere approfondite nei luoghi demandati in considerazione del fatto che sarà il Consiglio Comunale comunque ad approvare i documenti fondamentali per la costituzione del soggetto gestore”.

Dunque, per gli otto consiglieri del centrodestra, “è fondamentale la concertazione e che anche le stesse parti sociali possano esprimersi fermo restando le scelte che dovrà compiere l’Amministrazione comunale. Così come avvenuto in passato, ad esempio per la definizione del piano ARO, si debba discutere delle diverse ipotesi, e comunque della stessa ipotesi di lavoro individuata dal Sindaco, in una seduta di Consiglio comunale aperto da convocarsi con estrema urgenza. La nostra non è una proposta strumentale ma anzi vuole individuare un percorso il più condiviso possibile”.

I consiglieri del centrodestra sottolineano di “non avere idee preconcette”, ma ritengono la scelta della società per azioni “quasi un contro senso nel momento in cui si va verso la gestione pubblica”.

“La gestione pubblica del servizio idrico ha un senso se a partecipare sono tutti i Comuni della provincia, caso contrario si rischia davvero un flop e il tutto potrebbe diventare un pesantissimo boomerang”. Dunque, gli otto consiglieri chiedono “di accelerare le procedure che portino a una vera gestione unitaria e capire le reali intenzioni dei comuni non consegnatari e quindi se sono disponibili a entrare a far parte della costituenda società con contestuale consegna delle reti e delle risorse idriche”.