VIA ELEONORA D’ARAGONA: 16 ANNI FA AVEVAMO DOCUMENTATO TUTTO. ANNI DI SILENZIO

Avevo scritto sul quotidiano La Sicilia già un primo articolo nel 2002 documentando la situazione di rischio in via Eleonora d’Aragona. Poi un secondo articolo il 9 dicembre 2003 (leggi pagina PDF dell’articolo su La Sicilia) RISCHIO FRANA VIA ELONORA DI ARAGONA

Non avevano robot, non avevamo alta tecnologia. Insieme all’ingegnere Giuseppe Di Giovanna facemmo le nostre verifiche con mezzi di fortuna. Denunciammo tutto. Furono collocate transenne. Ma poi, come sempre capita nella nostra Sciacca, cadde il velo di silenzio. Sulla pelle dei cittadini, perché il rischio di una frana non è mai cessato.

Mi vien da sorridere che solo 16 anni dopo, la via Eleonora d’Aragona ha suscitato l’attenzione tanto da chiuderla al traffico ed effettuare lavori di straordinaria manutenzione. Lavori che ancora oggi non sono terminati e prospettano altre complicazioni.

Questo scrissi per la seconda volta il 9 dicembre 2003:

Dopo lo smottamento  avvenuto in piazza Carmine, che ha lasciato  una voragine di enormi dimensioni e la rete fognaria a cielo aperto,  un altro smottamento minaccia  seriamente l’incolumità pubblica e alcune case del quartiere marinaro. Il luogo è sempre il centro storico,  di preciso quello sotto la piazza Mariano Rossi, lungo la strada che costeggia l’edificio del Banco di Sicilia e che sovrasta una parte del quartiere marinaro. Anche l’origine degli smottamenti ha una costanza: la rete fognaria, vetusta, che letteralmente scoppia al verificarsi di un acquazzone. La zona interessata allo smottamento è una strada particolarmente transitata e che presto lo sarà ancora di più per l’ inizio dei lavori di rifacimento sia della piazza Angelo Scandaliato che della stessa piazza Mariano Rossi. Ma se alcuni smottamenti avvenuti ultimamente in città possono collegarsi alla forza di eventi atmosferici, come le piogge torrenziali che ormai non sono più una rarità,  quello del  quale  oggi ci stiamo occupando risale all’estate del 2001, due anni fa.

Il centro storico della città termale è attraversato da diverse fognature, vecchie di alcuni secoli, che, in mancanza di un  depuratore,  buttano in mare il contenuto trasportato. Una di tali grosse fognature presenti nel centro, e che attraversa la Piazza Mariano Rossi, è crollata, appunto nella estate del 2001, nella parte del suo percorso che si trova immediatamente a valle del Banco di Sicilia, in corrispondenza della strada-parcheggio tra  la Piazza Mariano Rossi e la Via Porta di Mare. Un tratto di strada molto trafficato che collega  il centro con il quartiere marinaro e con il viale delle Terme. Strada frequentata anche da pedoni e soprattutto da turisti, sui marciapiedi della quale ammirano uno straordinario paesaggio. Subito dopo lo smottamento, i Vigili del Fuoco considerato lo stato di pericolosità della zona obbligarono il Comune a porre delle transenne.  Quest’ultime vennero collocate , però, nell’autunno del 2002. Alla posa delle transenne non seguì nessun lavoro di manutenzione, né di  consolidamento, e ancora oggi nulla è stato fatto per rimuovere lo stato di pericolosità del tratto di strada. Anzi, dopo alcune settimane dal verificarsi del cedimento del terreno qualcuno “adagiò” le  transenne sulla ringhiera del marciapiede pericolante.  

La  zona, in sostanza, fu riaperta al traffico con la relativa possibilità di  parcheggio. Affacciandosi dalla ringhiera,  in corrispondenza delle transenne accantonate, si nota, sotto il muro di sostegno della strada, un enorme baratro nel cui fondo scorre a cielo aperto la fogna. E’ abbastanza facile prevedere i danni derivanti dal crollo del muro, che oltre la strada  trascinerebbe, molto probabilmente, lo stesso edificio del Banco di Sicilia. Dando un occhiata alla sede stradale ci si rende conto che lo spostamento del muro è ben visibile ed è ormai di diversi centimetri. Inoltre larghe crepe si aprono nell’asfalto evidenziando il movimento di un grosso pezzo del rilevato stradale a valle dell’edificio del Banco di Sicilia. Le rilevanti piogge di questo autunno hanno accelerato di molto l’aggravarsi del fenomeno. Fino a quando il muro, ormai gravemente compromesso, potrà ancora reggere alla continua erosione della sua fondazione? Le conseguenze sarebbero davvero tragiche.

Filippo Cardinale

Queste le foto del 2002 da me scattate che immortalano il vuoto sotto il manto stradale causato dal cedimento della fogna, le lesioni sul marciapiedi e sul manto stradale: