POLITICA, MONTE: “LARGHE INTESE? IL SINDACO ESCA DALLA SONNOLENZA”

Continua il nostro forum sulla questione che riguarda l’ipotesi di allargare la maggioranza, ridotta numericamente in meno di due anni. Al nostro primo articolo sulla “diplomazia” in corso da parte di qualche esponente di spicco della maggioranza alla ricerca di supporti da ricercare tra le opposizioni. Al nostro forum hanno già partecipato i consiglieri comunali Calogero Bono e Giuseppe Milioti, Gaetano Cognata, Fabio Termine, Cinzia Deliberto. Tutti contrari al richiamo delle sirene che proviene dalla maggioranza. Oggi, è la volta di Salvatore Monte con una nostra intervista. “Auspicare le larghe intese è un nobile segnale, lo credo veramente. Ma se a richiederle sono alcuni componenti della maggioranza consiliare credo che sullo sfondo ci sia il suono di un campanello di allarme, di una sirena di pericolo che ha messo a serio rischio la prosecuzione di un progetto politico”.

Consigliere Monte, qual è lo stato di salute della politica locale?

“Beh direi che dopo un lungo raffreddore adesso la febbre ha preso il sopravvento. Scherzi a parte, credo che in questo preciso momento storico ci sia la reale ed urgente necessità di riaccendere un dibattito politico in città. E’ innegabile che ci sia grande confusione soprattutto nei nostri concittadini che, già da tempo, hanno iniziato un serio allontanamento dalla politica locale. Occorre, a mio modesto parere, che la politica in generale si attivi per riavvicinarsi alla comunità creando iniziative e proponendo una “visione di città” notevolmente diversa da quella oggi, in maniera del tutto oggettiva, manca”.

Sono trascorsi quasi due anni dall’insediamento della Giunta Valenti. Il clima è stato spesso rovente sia fuori che dentro l’aula Falcone Borsellino. Qual è il suo parere a riguardo?

“Eh si, sono trascorsi già due anni e per me, che ho avuto l’onore e l’onere di Amministrare la città, è in corso l’esperienza di consigliere comunale. Il clima politico è stato, come bene ha detto Lei, rovente. Rovente perché nella prima fase era ancora fresco il risultato della competizione elettorale e rovente, ancora oggi, perché alcune frasi dette durante la campagna elettorale, risuonano ancora nelle menti di chi oggi fa opposizione. E’ innegabile che quella campagna elettorale fu molto tosta. Oggi la città ha un sindaco, democraticamente eletto, che si chiama Francesca Valenti e che ha addosso il fardello di una maggioranza da gestire ed il peso di innumerevoli problematiche che attanagliano la città. Quella parte politica che oggi è maggioranza in consiglio comunale è la medesima che durante l’amministrazione Di Paola aveva la soluzione in tasca per ogni singolo problema. Oggi è il momento di uscire le soluzioni ed applicarle per risolvere i problemi”.

Alcuni consiglieri di maggioranza hanno auspicato le “Larghe intese”, qual è la sua opinione a riguardo?

“Auspicare le larghe intese è un nobile segnale, lo credo veramente. Ma se a richiederle sono alcuni componenti della maggioranza consiliare credo che sullo sfondo ci sia il suono di un campanello di allarme, di una sirena di pericolo che ha messo a serio rischio la prosecuzione di un progetto politico. Direttore, diciamocela tutta, oggi amministrare è difficilissimo ma chi amministra deve assumersi la responsabilità di guidare un paese verso la giusta direzione. Il mio giudizio sull’attività dell’amministrazione non può essere, ad oggi, positivo. Non ho visto quel cambiamento tanto auspicato in campagna elettorale. Anzi, non le nascondo, che credo ci sia una sorte di “sonnolenza” che ha investito la nostra città. Occorre darsi una smossa, riaccendere quella speranza, quella grinta, quel senso di appartenenza alla nostra comunità, all’essere “Sciacchitano”. Smossa che dovrebbe essere all’ordine del giorno dell’agenda del Sindaco”.

In che senso?

“Nel senso che i nostri concittadini non sono felici, ogni giorno sorge un nuovo problema e lo scoraggiamento prende sempre più piede. Anziché sentire notizie che mettono in mostra la città e la valorizzino, assistiamo a continui cambi di assessori ed a piccole scosse di terremoto che investono la maggioranza. Amministrare non deve ridursi a questo; altrimenti che città erediteremo?  Io penso che occorra “tornare a credere” ed in ottica futura credo che il Sindaco debba fare, già adesso, un piccolo resoconto dei risultati portati a casa rendendosi conto di quante cose non vanno”.

Che linea terrà in Consiglio Comunale e nei confronti dell’Amministrazione?

“Guardi, partiamo da un presupposto: nei 5 Anni di Amministrazione Di Paola io ho subito tutti gli attacchi possibili ed immaginabili. Attacchi politici, attacchi personali. Li condannavo giornalmente perché mi ferivano. Oggi potrei ricambiare, con altrettanta foga, ogni singolo attacco ma, caratterialmente, non sono predisposto a questo. Io continuerò a criticare, a vigilare ed a fare da monito a questa amministrazione che, se capace, dovrà dare risposte alla città, se continuerà a non darle saranno in primis i cittadini stessi a trarre le dovute conclusioni. I miei attacchi saranno sempre di carattere politico e nel rispetto della persona, la politica dovrebbe sempre ricordarlo anziché mettere in moto atteggiamenti di cattiveria e sfregio personale invece che di richiamo politico finalizzato alla crescita della città. Il consiglio comunale, in questi ultimi anni di consiliatura che restano, dovrebbe alzare il livello che è troppo basso, spesso improduttivo e legato a dinamiche che poco giovano alla comunità. Chi amministra si assuma l’onere, con la sua maggioranza, di rendere conto alla città dell’operato svolto. L’opposizione critici e proponga valide alternative migliorative alle scelte poste in essere dalla maggioranza. Il confronto è basilare e necessario per tentare di un non lasciare la città nel guado in cui si trova”.

Filippo Cardinale