APPELLO DEL COMITATO “ESODATI LICENZIATI E CESSATI” ALLE MASSIME CARICHE ISTITUZIONALI: PORRE FINE ALL’INFERNO DI 6 MILA FAMIGLIE
Il Comitato “Esodati Licenziati e Cessati” lancia un nuovo appello per sollecitare la risoluzione delle seimila persone esodate rimaste escluse dalle otto salvaguardie a causa di assurdi paletti e vincoli che hanno creato una discriminazione avallata dallo Stato. Il Corrieredisciacca.it è sensibile alla questione delle seimila famiglie rimaste tagliate a causa della riforma Fornero. Ex lavoratori che hanno cessato il contratto di lavoro nonostante norme dello Stato che tutelava l’accesso alla pensione.
Pubblichiamo l’appello del Comitato “Esodati Licenziati e Cessati” rivolto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alla Presidente del Senato sen. Maria Elisabetta Alberti Casellati, al Presidente della Camera dei Deputati on. Roberto Fico, al Presidente del Consiglio dei Ministri on. Giuseppe Conte, al Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Interni on. Matteo Salvini, al Vice Presidente del Consiglio e Ministro dello Sviluppo e del Lavoro on. Luigi Di Maio, al Sottosegretario al Ministero del Lavoro on. Claudio Durigon, al Sottosegretario al Ministero del Lavoro on. Claudio Cominardi.
“Egregi Signori presidenti, Stimatissimi Signori onorevoli, ci sono ancora 6.000 esodati, con relative famiglie, da sette anni socialmente emarginati dalla riforma Monti-Fornero. Seimila famiglie sulla soglia dell’indigenza se, nei loro confronti, non si provvederà con la ormai necessaria urgenza, ad un atto legislativo che ripristini, nella forma e nella sostanza, il loro diritto alla pensione. Chiara è la valenza sociale irrinunciabile che l’Art. 38 della Costituzione attribuisce all’ istituto della pensione; altrettanto chiara è la letteratura giuridico costituzionale nello stigmatizzare i limiti discrezionali dello Stato in materia ( v. Sentenza 822/1998 e altre), limiti ai quali derogò l’allora Governo Monti e che ora si è più volte promesso e scritto di voler ricondurre nelle more del Diritto costituzionale.
Nel corso degli ormai numerosi incontri presso i Ministeri competenti abbiamo ottenuto l’impegno a risolvere il dramma degli esodati; impegno per altro confermato dall’ Agenzia ANSA con la nota diffusa a margine dell’incontro del 18 ottobre scorso presso il Ministero del Lavoro. Al riguardo dobbiamo però constatare che, né in Legge di Bilancio, né tanto meno nel Decreto previdenziale attualmente in iter, esiste traccia di tale impegno assunto. Parimenti, dobbiamo constatare come della nona salvaguardia, sebbene fosse ben presente nel programma di governo della Lega, non sia mai stata nemmeno fatta menzione nel corso dei diversi lavori parlamentari. In contrapposizione agli impegni promessi ma, fino ad ora, nemmeno mai messi in cantiere, ci è doveroso ricordare i numerosi pareri favorevoli e le raccomandazioni delle Commissioni ad approvare, con urgenza, un nuovo e definitivo provvedimento di salvaguardia:
–Risoluzione congiunta 8-00004 del 30/10/2018, approvata all’unanimità dalla Commissione Lavoro della Camera, nonché dal Sottosegretario On. Durigon presente in seduta (1)
–OdG G/981 sez I/3/11 al DDL n. 981 della Commissione Lavoro del Senato, accolto dal Governo il 14/12/2018 (2)
-OdG 9/1334-B/78 accolto dalla Camera dei Deputati come Raccomandazione lo scorso 30/12/18 (3)
È in coerenza alle parole dello stesso on. Salvini “gli italiani hanno il sacrosanto diritto di andare in pensione”, che vogliamo qui ribadire l’assoluta priorità di un diritto leso, che attende ormai da oltre sette anni di venire onorato. Non sussistono ragioni e non ci sono alibi per non chiudere questa brutta pagina della nostra Storia, che riguarda coloro (circa 6.000) che furono espulsi dal mondo del lavoro entro il 31/12/2011 e che la riforma Monti – Fornero spogliò retroattivamente del diritto previdenziale mentre erano in iter previgente la quiescenza. Non ci sono alibi per non equiparare, in equità, i termini di legge che la VIII salvaguardia diversificò introducendo un discrimine di cinque anni e più tra le varie categorie di esodati.
Nella certezza che il mondo dell’informazione, come è sempre finora avvenuto, non mancherà di dare, anche questa volta, il giusto risalto a questa annosa causa, alle istituzioni in indirizzo rivolgiamo questo forte ed accorato appello affinché siano adottati, con urgenza, gli opportuni provvedimenti al fine di restituire il diritto alla pensione a questi lavoratori, nella consapevolezza che appunto di un diritto leso si tratta e non di un problema assistenziale o strutturale della previdenza”.
Filippo Cardinale