40° UCCISIONE PIERSANTI MATTARELLA: IL PRESIDENTE BUONO E ONESTO CHE VOLEVA CAMBIARE LA SICILIA
Ricorrono quarant’anni dall’assassinio del presidente Piersanti Mattarella. Quattro decenni che portano appresso contorni pochi chiari in cui il contesto è maturato. Anche gli autori e i mandanti. Spezzò quel nuovo corso che Piersanti Mattarella, democristiano, intendeva inaugurare e mettere in pratica.
Piersanti Mattarella era l’uomo che aveva segnato la rottura col passato spargendo i semi di un riscatto della Sicilia e di un nuovo solco. Mattarella, e con lui quella classe politica del tempo, aveva infatti dato una positiva scossa alla Regione, spingendo sul tasto della modernizzazione legislativa e amministrativa e rompendo, nel contempo, con l’isolazionismo, fino allora dominante, per il quale la «questione siciliana» andava separata dalla «questione meridionale».
Per Mattarella, il Mezzogiorno avrebbe dovuto presentarsi unito nel dibattito politico nazionale, perché solo in questo modo poteva trovare ascolto e attenzione. Ma senza la cultura del piagnisteo, cioè delle lamentazioni senza avere fatto prima, al proprio interno, un’operazione verità, senza cioè avere fatto quella che si chiama una corretta autocritica.
Fu il Presidente «carte in regola», perchè convinto che la Sicilia potesse accedere al dibattito politico nazionale priva di colpe e senza nulla farsi rimproverare. Voleva mobilitare le forze migliori presenti nella regione richiamandole alla loro responsabilità a cominciare dalla classe imprenditoriale che Mattarella auspicava «audace, creativa, onesta, ansiosa di novità che deve e può scaturire dalle forze umane presenti nell’isola». Dunque, un impegno che si traduceva in un grande progetto politico di rinnovamento della vita politica e amministrativa della Regione. Alla amministrazione regionale «pantomima dell’amministrazione centrale»,
Mattarella intendeva infatti sostituire una struttura leggera, una struttura di programmazione della spesa rivalutando il ruolo fondamentale degli enti locali, province e comuni, come luoghi deputati a realizzare le opere. Era inoltre la «trasparenza», uno dei cavalli di battaglia della legislazione degli anni ‘80/’90, che Mattarella proponeva, cioè «porre la spesa dell’amministrazione regionale alla possibilità di osservazione, di valutazione e di giudizio di tutti coloro che avranno, attraverso la lettura dei documenti ufficiali della Regione, la volontà di verificare l’andamento della spesa stessa».
La mano assassina che uccise il Presidente buono fermò quell’opera innovativa. A distanza di 40 anni non è per nulla chiaro il quadro relativo ai mandanti. Una vergogna per uno Stato civile. 7
Filippo Cardinale