più: vive
con loro! Come hanno ben scritto i giornalisti Stefano
Natoli e Agnese Pellegrini, che in questo libro dialogano
con lui, padre Vittorio ha scontato più di un ergastolo: è
il sacerdote che da più tempo si trova dietro le sbarre.
Parlare di carcere è scomodo, anche per molti che si
professano cristiani. Padre Vittorio lo dice chiaramente
e con coraggio in queste pagine: occorre superare molta
ipocrisia, occorre vincere pregiudizi che attanagliano
buona parte di coloro che invocano il perdono per se
stessi, ma poi non sanno perdonare gli altri. Lo ha ricordato
anche Francesco in un’intervista televisiva del febbraio
2022:
Forse qualcuno si scandalizza, ma la possibilità di essere
perdonato è un diritto umano, tutti noi abbiamo diritto
a essere perdonati se lo chiediamo. Se hai debiti con
la società, arrangiati per pagarli, ma con il perdono1.
Ecco, in una società che ha perso la capacità di perdonare
e di riscoprirsi unica famiglia, di prendersi cura
degli altri e di chinarsi sulle ferite, forse un libro sul carcere
scritto e letto in un’ottica cristiana è necessario e
doveroso.