Zappia: “I contagi crescono e anche i ricoveri”. A Ribera occupato l’80% della medicina Covid e il 50% della rianimazione

PROVINCIA DI AGRIGENTO.  Di Filippo Cardinale

I numeri sono lo specchio reale di come il sottovalutare una situazione di emergenza sanitaria – che continua a pieno ritmo col il virus che circola nella versione più contagiosa, quella Delta che trova fertile ospitalità nel mondo dei giovani- porta a incrementare la curva dei contagi grazie all’allentamento della guardia con comportamenti da “liberi tutti” e al ritardo con cui tante persone ancora non si sottopongono alla somministrazione del vaccino.

I numeri sono impietosi e a dimostralo è a supporto il grafico: il 21 luglio i contagiati erano in provincia 625, il 28 (cioè dopo una settimana) sono sbalzati a 1.056; i ricoveri erano 18 al 21 luglio e sono saliti a 30 dopo una settimana. Se consideriamo il mese di luglio, il primo del mese i contagiati erano 246, al 28 luglio sono 1.056, cioè quasi quintuplicati.

“La settimana scorsa dicevo che eravamo nella quarta ondata di non vaccinati. Ciò che ho detto sette giorni fa viene confermato dai numeri della settimana in corso”, dice Mario Zappia, commissario straordinario dell’Asp di Agrigento. Zappia è preoccupato e i dati sostengono la sua apprensione. “I dati della nostra provincia hanno rilievo regionale”.

Dal 21 al 28 luglio, il numero dei nuovi casi vede la nostra provincia al quarto posto con 634 nuovi casi, dopo Caltanissetta 799, Ragusa 676, Palermo 657. Bisogna considerare che le province di Palermo (657) e Catania (607) hanno una popolazione di gran lunga superiore a quella agrigentina.

All’aumento dei contagi risponde anche un aumento di soggetti che sono stati ricoverati. Il 21 luglio erano ricoverate 18 persone, al 28 luglio 30. “Dobbiamo ringraziare lo sforzo del personale dell’ospedale Fratelli Parlapiano di Ribera, ospedale Covid, per lo sforzo che stanno profondendo. La struttura sanitaria Covid di Ribera sta consentendo agli altri ospedali della provincia, in modo particolare il Giovanni Paolo II di Sciacca e San Giovanni di Dio di Agrigento di poter svolgere normalmente l’attività sanitaria non Covid”, sottolinea Zappia.

E al Fratelli Parlapiano la situazione è critica. In rianimazione sono ricoverati 5 soggetti su 10 posti letto (50% occupazione), in Medicina covid 16 soggetti ricoverati su 20 posti letto (80% occupazione), astanteria Pronto Soccorso 7 ricoverati su 10 posti letto (occupazione 70%).

“Stiamo lavorando anche per attivare l’altra ala di medicina Covid con altri 20 posti letto”, annuncia Zappia. E’ ovvio che se il trend di ricoveri dovesse aumentare ancora, qualche altra alternativa bisogna attuarla per vedere come aumentare i posti letto. Zappia spiega che al Fratelli Parlapiano su 40 ricoveri 37 non sono vaccinati. Su 3 vaccinati, 2 sono con una dose. “Questo dimostra quanto sia importante vaccinarsi per evitare complicazioni causate dal virus con ricoveri e decessi”.

A proposito di vaccinazioni, Zappia spiega che sono disponibili vaccini Pfizer e Moderna con caratteristiche uguali. “Se non raggiungiamo l’immunità di gregge corriamo il rischio di creare ulteriori varianti. Ciò renderebbe il quadro epidemiologico ancora più complicato. Rallentando le vaccinazioni, il rischio di nuove varianti è più concreto”.

La raccomandazione di Zappia è quella di fare mola attenzione nei luoghi chiusi e di non allentare la guardia e di essere prudenti.